(Maryam, 13)

Tenerezza da parte Nostra e purezza.

(Corano- Maryam, 13)

lunedì 2 dicembre 2013

Islam per negati #1

Ecco qui un Muslim Manga fatto appositamente per spiegare le cose fondamentali dell'Islam a chi non è musulmano.
Buona lettura :-)
La vignetta originale è in Inglese e la potete leggere qui, e se volete potete scaricare l'immagine da qui.
Prossimamente ne arriveranno degli altri...

giovedì 22 agosto 2013

Lasciar crescere la barba nell'Islam

Traduzione del capitolo "Letting the Beard Grow" (Lasciar crescere la barba) del libro "The Lawful and the Proibited" (Il lecito e l’illecito) di Yusuf al Qaradawi, che spiega in modo specifico la questione della barba.

Al Bukhari ha riportato, sotto l'autorità di Ibn'Umar, che il Profeta (pace e benedizione su di lui) ha detto: "Siate differenti dai politeisti: lasciate crescere la barba e accorciate i baffi.".
In questo caso lo scopo, come dice il Hadith stesso, é quello di essere differenti dai politeisti, che nel caso citato erano i Zoroastriani, gli adoratori del fuoco, che usavano tagliare e radere la barba. La direttiva del Profeta (pace e benedizione su di lui) riguardo a differenziarsi da loro aveva lo scopo di aiutare i musulmani a sviluppare una loro personalità indipendente, diversi nella loro realtà più intima come nell’aspetto esteriore, nella sostanza come nella forma.
Allo stesso tempo, radere la barba è un affronto alla natura maschile , in quanto é un tentativo di imitare le donne, quando invece la barba è parte integrante della natura del uomo e una caratteristica distintiva del sesso maschile.
Ad ogni modo lasciar crescere la barba non significa lasciarla crescere incolta o così lunga da farla diventare una seccatura. Un uomo deve sicuramente regolarla in lunghezza e in larghezza. Questo é quanto è stato raccomandato in un Hadith riportato da At-Tirmidhi, inoltre si sa che le prime generazioni di musulmani facevano così. 'Ayyad[1] disse: "É makruh (riprovevole) rasare la barba, tagliarla o accorciarla drasticamente, ma è mustahabb (raccomandabile) rimuoverne una parte se la sua lunghezza o la sua larghezza diventano troppo grandi.”.
Abu Shamad ha dato voce all’obbiezione: “Alcune persone hanno iniziato a radersi la barba, ed è un passo ancora più in là rispetto ai Zoroastriani, che avevano l’abitudine solo di tagliarla.”[2]. Secondo il mio punto di vista è spiacevole che al giorno d’oggi la maggioranza dei musulmani si rasi la barba con l’intento di imitare (assomigliare) alle persone straniere che hanno occupato la loro terra. E’ un fatto disgraziato quello che i colonizzati imitino sempre i colonizzatori. Nel presente i musulmani ignorano il comando del Profeta sul fatto di differenziarsi dai miscredenti e di evitare di imitarli. In verità “chiunque imita un popolo, è uno di loro.”[3].
Un gran numero di giuristi considera il radere la barba haram, basandosi sull’ordine del Profeta (Su di lui la Pace). L’indicazione di far crescere la barba lo rende un obbligo, specialmente perché ha lo scopo di differenziarsi dai non musulmani, in quanto mantenere questa distinzione dai non credenti è un obbligo per i musulmani.
Non si hanno prove che qualcuno dei musulmani delle prime generazioni abbia mai trasgredito a questo obbligo. Ad ogni modo alcuni dei moderni studiosi permettono di tagliare la barba sull’onda degli eventi e in risposta all'opinione pubblica, argomentando che far crescere la barba fosse una preferenza personale del Profeta (su di lui la Pace) non collegata alla pratica religiosa, e che quindi può non essere seguita. Ma la verità è che far crescere la barba è richiesto non perché lo faceva il Profeta ma perché lui lo ha esplicitamente ordinato in modo da mantenere una distinzione dai non credenti. Ibn Taymiyah ha argomentato in modo convincente che fare in modo che i musulmani si distinguessero dai non musulmani fosse lo scopo del Legislatore, la somiglianza in apparenza produce amore, amicizia, e affinità dei sentimenti, proprio come l’amore del cuore produce la somiglianza dell’aspetto esteriore. Quest’affermazione è nata dall’esperienze e dall’osservazione.
Ibn Taymiyah disse:
“Il Corano, la Sunna, e l’unanimità dei sapienti musulmani insegnano tutti che i musulmani devono distinguersi dai non credenti e in generale devono evitare di somigliarli. Ogni cosa che è probabile possa causare corruzione in modo nascosto e diffuso riguardo a questa questione è allo stesso modo proibito.
Imitare l’aspetto dei non credenti porterà anche ad imitarne i comportamenti immorali e le cattive qualità – in vero, anche le loro credenze.
Queste influenze non possono essere tenute sotto controllo e nemmeno essere scovate facilmente , e quindi diventa difficile o perfino impossibile estirparle . Perciò qualsiasi cosa sia una causa di corruzione è stata proibita dal Legislatore.”
[4].
Abbiamo, quindi, visto che ci sono tre opinioni diverse riguardo al radere la barba: prima, che è haram, questa è l’opinione di Ibn Tamiyah ed altri; seconda, che è makruh, questa è l’opinione di ‘Ayyad (come è menzionato in Fath al-Bari) ma di nessun altro; terza, che è permesso, questa è l’opinione di alcuni studiosi moderni. Forse la seconda opinione, ossia che è makruh, è la più vicina alla verità e la più moderata. Come abbiamo visto, lasciar crescere la barba ha lo scopo di distinguersi dai non credenti, è simile al fatto di tingere i capelli bianchi in modo da distinguersi dagli Ebrei e dai Cristiani, si sa che alcuni dei compagni del Profeta non si tingevano i capelli bianchi, il che indica che è raccomandabile piuttosto che obbligatorio. Similmente, far crescere la barba può essere considerato raccomandabile ma non obbligatorio, e di conseguenza, radersi sarà considerato makruh piuttosto che haram.
E’ vero che nessuno dei compagni è conosciuto per aver tagliato la barba. Ma forse, non c’era necessità di tagliarla, e forse lasciarla crescere era una consuetudine (moda) tra di loro.

[1]Un autore del dodicesimo secolo conosciuto per un famoso libro sulle qualità del Profeta (Pace e benedizione su di lui).
[2] Fath al-Bari, nel capitolo intitolato “Lasciar crescere la barba”.
[3] Un Hadith narrato da Abu Dawud sotto l’autorità di Ibn ‘Umar.
[4] Vedere Iqtida’ as-Sirat ad-Mustaquim.

martedì 6 agosto 2013

Ramadan, il mese del digiuno

Digiunare Ramadan (siyamu Ramadan) è uno dei cinque pilastri dell’Islam. Ramadan è il nome del nono mese del calendario islamico ed essendo un mese lunare ha una durata di 29 o 30 giorni.
Con digiunare (siyàm o sawm) nell’Islam si intende astenersi dal mangiare, dal bere e dall’avere rapporti sessuali (e in generale da tutti gli invalidanti del digiuno) dall’alba fino al tramonto con l’intenzione di adorare Dio.

I pilastri del digiuno sono due:
  1. L’intenzione (anniyyah): come qualsiasi tipo di adorazione anche il digiuno deve essere fatto con intenzione. Allah SWT infatti dice:
    "eppure non ricevettero altro comando che adorare Allah, tributandoGli un culto esclusivo e sincero"
     (La Prova 98,  5) 
    e il profeta Muhammad SAAWS disse:
    "Le azioni valgono secondo le intenzioni ed ogni uomo avrà secondo il suo intento"
    riferito da Imam Bukhari e Imam Muslim

  2. L’astensione da tutti gli invalidanti del digiuno dall’alba fino al tramonto, Allah SWT disse:
    "Nelle notti del digiuno vi è stato permesso di accostarvi alle vostre donne; esse sono una veste per voi e voi siete una veste per loro. Allah sa come ingannavate voi stessi. Ha accettato il vostro pentimento e vi ha perdonati. Frequentatele dunque e cercate quello che Allah vi ha concesso. Mangiate e bevete finché, all'alba, possiate distinguere il filo bianco dal filo nero; quindi digiunate fino a sera." 
    (La Giovenca 2, 187)
    Sia il Corano che la Sunnah stabiliscono l’obbligatorietà del digiuno:
    Allah SWT dice:
    "O voi che credete, vi è prescritto il digiuno come era stato prescritto a coloro che vi hanno preceduto. Forse diverrete timorati; [digiunerete] per un determinato numero di giorni. Chi però è malato o è in viaggio, digiuni in seguito altrettanti giorni. Ma per coloro che [a stento] potrebbero sopportarlo, c'è un'espiazione (fidyah): il nutrimento di un povero. E se qualcuno dà di più, è un bene per lui. Ma è meglio per voi digiunare, se lo sapeste!"
    (La Giovenca 2, 183-184)
    E il Profeta Muhammad SAAWS disse:
    Abu Abdulrahman Abdullah figlio di Omar ibn al-Khattab (Allah si compiaccia di lui) riferisce:
    Ho sentito dire dal Messaggero di Allah (pace su di lui):
    "L'Islam poggia su cinque pilastri: la testimonianza che non c'è altro dio che Allah e che Muhammad è il messaggero di Allah, il compimento della preghiera rituale, il versamento della Zakat, il pellegrinaggio alla Casa e il digiuno nel mese di Ramadan."
    riferito da al-Bukhari e Muslim

Chi è tenuto a digiunare?

 Il digiuno del mese di Ramadan è un obbligo per chiunque sia:
  1. Musulmano
  2. Maggiorenne (ovvero che abbia superato la pubertà)
  3. Cosciente e sano di mente: il digiuno non è prescritto per chi non è sano di mente perché non è consapevole delle proprie azioni. Il Profeta Muhammad SAAWS disse:
    "il calamo è sollevato per tre gruppi (di persone) – ovvero non sono responsabili delle proprie azioni – l’insano finché non guarisce, chi dorme finché non si sveglia, il bambino finché non raggiunge la pubertà"
     riportato da Ahmad, Abu Dawud e At-Tirmidhi.
  4. In grado di fare il digiuno; le persone non in grado di digiunare si dividono in due gruppi: chi è impossibilitato temporaneamente a digiunare e chi in modo permanente. Entrambi hanno il permesso di mangiare, ma il primo deve recuperare il giorno o i giorni persi dopo Ramadan, quando si sarà ripreso. Chi invece è impossibilitato a digiunare, ma non c’è speranza che si riprenda in futuro (come chi non è in grado di digiunare per vecchiaia o per malattie croniche) deve pagare un pasto ad un povero per ogni giorno di Ramadan che non ha digiunato. Questa espiazione si chiama fidyah.
  5. Sedentario (non in viaggio): chi è in viaggio ha il permesso di saltare il digiuno se il viaggio presenta delle difficoltà. E’ comunque preferibile che digiuni se il viaggio non presenta grandi difficoltà. Se dovesse mangiare è tenuto a recuperare i giorni persi dopo Ramadan. A chi gli chiese del digiuno nel viaggio il Profeta rispose:
     "se vuoi digiuna o se preferisci mangia"
    (riportato da Imam Bukhari)
  6.  In stato di purità: ovvero non essere nel periodo del ciclo mestruale (haidh) o di puerperio (nifas)

Peculiarità di Ramadan

Ramadan è un mese pieno di grazie e di misericordia, è un periodo di intensa spiritualità per tutta la comunità islamica. L’Inviato di Dio disse:
"Quando arriva il Ramadan vengono aperte le porte del Paradiso, e chiuse quelle del Fuoco, e i demoni vengono legati."
Chi digiuna deve impegnarsi il più possibile a mantenere una buona condotta, a non nutrire cattivi pensieri, ad evitare i litigi ed a non calunniare né mentire. Il digiuno del mese di Ramadan insegna la carità e la compassione verso i poveri perché fa provare anche ai ricchi i morsi della fame e la sete.
Abu Hurairah ha riportato che il Messaggero di Allah saaws disse:
" Iddio Potente e Glorioso ha detto: "Ogni azione del figlio di Adamo gli appartiene, eccetto il digiuno, che appartiene a Me, ed Io ne dò ricompensa;" il digiuno è un’armatura, e quando sia giorno di digiuno per uno di voi, non nutra propositi osceni né vociferi, e se qualcuno lo ingiuria o lo combatte, dica: 'Sto digiunando'; e per Colui nella Cui Mano è l’anima di Muhammad, l’alito cattivo che promana dalla bocca di colui che sta digiunando è migliore davanti a Dio del profumo del muschio. Chi digiuna ha due motivi di cui rallegrarsi: si rallegra quando lo rompe, e si rallegrerà del digiuno fatto quando incontrerà il suo Signore." 
Riportato da Ahmad, an-Nasa’i e Muslim
L’Inviato di Dio disse:
"Non vi è servo che digiuni un giorno sulla via di Dio, senza che per quel giorno Iddio gli tenga lontano il volto dal Fuoco per settanta annate".
Abu Hurairah riporta che il Profeta Muhammad saaws disse:
"A chi digiuna il mese di Ramadan con fede e chiedendo la ricompensa di Allah saranno perdonati tutti i peccati precedentemente commessi".
Riportato da Ahmad.
Ramadan è reso doppiamente sacro dall’Islàm per il fatto che è:
"Il mese in cui fu rivelato il Corano come guida per gli uomini e prova chiara di retta direzione e salvezza" 
(La Giovenca 2, 185) 
in una delle ultime notti del mese, detta Lailatu l-Qadr (notte del destino):
"Invero lo abbiamo fatto scendere nella Notte del Destino." 
(Il Destino 97,  1) 

Gli invalidanti del digiuno (mufsidàt assiyàm):
  1.  Mangiare o bere volontariamente invalida il digiuno, perchè Allah SWT disse:
    "Mangiate e bevete finché, all'alba, possiate distinguere il filo bianco dal filo nero; quindi digiunate fino a sera."
    (La Giovenca 2,187).
    E’ valido invece il digiuno di chi mangia e beve involontariamente (cioè per dimenticanza, errore o costrizione) purché riprenda il digiuno subito dopo aver preso coscienza di tale rottura. Il Profeta Muhammad SAAWS disse infatti:
    "chiunque dimenticandosi di essere a digiuno mangia e beve completi il proprio digiuno, è stato Allah che l’ha saziato e dissetato"
     (riportato da al Bukhari e Muslim).
  2. Avere rapporti intimi invalida il digiuno. Chi cade in questo grave peccato deve recuperare il giorno di digiuno e fare la kaffara (espiazione) che consiste in liberare un schiavo o digiunare due mesi consecutivi o dare un pasto a 60 poveri.
  3. Rimettere volontariamente invalida il digiuno mentre vomitare involontariamente no.
  4. Perdita di sangue del ciclo (haidh) o del puerperio (nifas)
  5. Intenzione di rompere il digiuno: se durante il giorno di digiuno una persona ha l’intenzione di rompere il digiuno, il suo digiuno è invalidato anche se non dovesse mangiare né bere niente.
  6. Conversione dall’Islam a un’altra religione, perché il digiuno è un obbligo solo per i musulmani.

Alcuni post con delle fatawa riguardanti Ramadan:



Alcune risposte sul digiuno di Ramadan e sul digiuno volontario (nafl)

É permesso lavarsi, fare la doccia, nuotare o immergersi in acqua durante il digiuno?
È permesso fare tutte queste cose fintanto che si ha cura di non inghiottire l’acqua e di non permettere all’acqua di entrare nel nostro sistema (digerente).
In un autentico hadith ‘Aisha, l’amata moglie del Profeta (su di lui la pace), riporta che a volte il Profeta si svegliava in stato di janabah (durante in mese di Ramadhan) e che
“si lavava e poi continuava il digiuno”.
(hadith trasmesso da ‘Aisha e riportato da An-Nasa’i)
L’Imam Al-Bukhari cita un hadith riportato da Anas ibn Malik, uno dei compagni del Profeta (su di lui la pace), in cui il Profeta dice:
“ho una cisterna piena d’acqua in cui mi immergo durante il digiuno per rinfrescarmi”.
(citato da Al-Bukhari nel suo Sahih)

É permesso non digiunare a chi viaggia molto per lavoro? Come deve recuperare i giorni non digiunati? Deve pagare la fidyah invece di recuperare i giorni non digiunati?
Allah ha concesso al viaggiatore il permesso di non digiunare con la condizione di recuperare in futuro i giorni in cui ha mangiato.
Per cui, coloro che viaggiano spesso possono saltare il digiuno, ma poi in futuro devono recuperare i giorni persi. Sulla questione di chi considerare viaggiatore, la maggior parte dei sapienti sono del parere che è viaggiatore chiunque viaggi per più di ottantatre chilometri. Tuttavia, l’Imam Ibn Taymiyya dice che questo dipende dall’accezione comune; per cui, una persona può essere considerata viaggiatore in una società dove i mezzi di trasporto sono estremamente primitivi, mentre può non essere considerata tale in una città moderna con i più recenti mezzi di trasporto. Questo significa che uno che percorre con un treno veloce la distanza menzionata prima può non essere considerato un viaggiatore.
È sempre bene tenere questo in considerazione. Tuttavia, secondo me è ugualmente importante far notare che per coloro che fanno tali lavori sarebbe meglio digiunare, se questo per loro è più semplice che dover recuperare più tardi – anche se avrebbero il permesso di mangiare se decidono di recuperare più avanti.
Quando concedeva questo permesso Allah disse:
“...Allah vi vuole facilitare e non procurarvi disagio, affinché completiate il numero dei giorni e proclamiate la grandezza di Allah Che vi ha guidato...”
(La Giovenca 2, 185)
Inoltre ci sono dei precedenti nella sunnah e nella pratica del Profeta e dei suoi compagni
“nessuno di noi digiunava a parte il Profeta (pace su di lui) e Abd-Allah Ibn Rawahah”
(hadith trasmesso da Abu Ad-Darda’ e riportato da Muslim)
Il Profeta disse a un suo compagno che gli aveva detto di non trovare alcuna difficoltà a digiunare
“digiuna se scegli così e interrompi se così è stato scelto”
(trasmesso da ‘Aisha e riportato da Muslim).
Inoltre se il viaggio non costituisce alcuna difficoltà è meglio per la persona digiunare durante il Ramadhan che in altri periodi perché la benedizione di Ramadhan è insuperabile.

Ci sono persone che digiunano ma non pregano. Il loro digiuno verrà accettato?
As-Salah è il pilastro fondamentale dell’Islam; è il segno della fede e la chiave del paradiso. Per cui è impossibile esagerare l’importanza della Salah nell’Islam. Leggiamo nel Corano:
"[saranno] nei Giardini e si interpelleranno a vicenda a proposito dei colpevoli: “Cosa mai vi ha condotti al Calore che brucia?”. Risponderanno: “Non eravamo tra coloro che eseguivamo l'orazione, né nutrivamo il povero, e chiacchieravamo vanamente con i chiacchieroni e tacciavamo di menzogna il Giorno del Giudizio, finché non ci pervenne la certezza”."
(L'avvolto nel mantello 74, 40-47)
Per questo nessun musulmano può permettersi di trascurare la salah senza mettere in pericolo la propria salvezza. Il Profeta (pace su di lui) sottolineò l’importanza della salah quando disse:
“Il patto che c’è tra noi e loro è la salah; chiunque la abbandoni è colpevole di inosservanza dell’accordo”
(riportato da ibn al-Qayyim in as-Salah wa hukmu tarikiha)
Alcuni sapienti dicono che chi non prega è un infedele; tuttavia la maggioranza lo considera un infedele solo se ritiene che sia permesso abbandonare la preghiera. Per cui se uno non prega per pigrizia, ma è consapevole della sua importanza, è ancora considerato musulmano, anche se un musulmano peccatore, e il suo digiuno è accettato. Egli è come un qualsiasi altro musulmano che ha commesso un grave peccato.

Ho avuto un sogno bagnato (eiaculazione durante il sonno) durante il digiuno. Questo invalida il mio digiuno?
Avere una polluzione notturna non invalida il tuo digiuno. Il tuo digiuno è rotto solo se hai eiaculato per un'azione volontaria o se vi è stato un pensiero da parte tua. Siccome non hai alcun controllo suoi tuoi sogni mentre dormi, questo non affligge la validità del tuo digiuno.
Ad ogni modo lascia che ti ricordi che ( in caso di un eiaculazione durante il sonno) è necessario che tu faccia il ghusl per poter fare la salah.

Ho sentito che se si digiunano sei giorni nafl (opzionali) subito dopo Ramadan. sarai ricompensato come se avessi digiunato per l'intero anno. Ho iniziato a digiunare questi giorni, ma alcune persone mi hanno detto che che si deve fermarsi per tre giorni per celebrare l'Eid e poi iniziare i sei giorni. Ho anche letto in un libro che che se non si digiuna il giorno dopo l'Eid i digiuno opzionale non sarà accettato. Qual'è la cosa giusta da fare? E anche, questi giorni devono essere consecutivi?
E' certamente sbagliato dire che una persona deve festeggiare 'Eidul Fitr per tre giorni. Questo non è corretto, perché 'eidul fitr si festeggia solo un giorno. I sei giorni di Shawwal in cui si digiuna possono iniziare subito dopo l'eid: cioè dal secondo giorno di Shawwal. (Il fatto che se non si digiuno il giorno dopo 'eid  allora i giorni di digiuno facoltativi non saranno accettati n.d.r.) E' infatti, la posizione di molti sapienti. Il Profeta (pace e benedizione su di lui) ha detto:
"Chiunque digiuni Ramadan, e a seguire digiuna sei giorni di Shawwal, è come se avesse digiunato per l'anno intero"
(Riportato da Tirmidhi, Nasa'i e altri sotto l'autorità Abu Ayyub al-Ansari).
Ma ci sono anche dei sapienti che non considerano necessario iniziare il digiuno sunnah di shawwal subito dopo 'eidul fitr. Seguendo la loro opinione, una persona può digiunare i sei giorni di Shawwal quando vuole. In altre parole, non è necessario digiunare per sei giorni consecutivi. Ma, questi sei giorni di digiuno devono essere completati prima della fine del mese.
Entrambe le posizioni riportate sopra sono state trasmesse da autorità del fiqh attendibili. E quindi è semplicemente una questione di interpretazione. Siccome non c'è niente nelle fonti che affermi esplicitamente  che i sei giorni di digiuno opzionali che si debbano fare immediatamente dopo 'eid o che debbano essere fatti di seguito, è una questione che deve essere giudicata come una cosa flessibile.

Riguardo al digiuno sunnah, supponiamo che una persona si svegli dopo che è passata l'ora del fajr, e che non avesse l'intenzione di digiunare prima di andare a letto la notte prima. E non ha ancora ne mangiato ne bevuto niente. Può quindi iniziare il suo digiuno?
La comunità dei sapienti è divisa riguardo a questa questione. Secondo l'Imam Malik, l'intenzione (niyyah) di digiunare deve essere espressa durante la notte prima del digiuno; e quindi dovrebbe essere formulata prima dell'arrivo del Fajr. L'Imam Malik non fa distinzione tra il digiuno obbligatorio e quello non obbligatorio, riguardo alla formulazione della niyyah.
Invece, secondo l'Imam Abu Hanifah e l' Imama Shafi', non è necessario esprimere la niyyah prima del Fajr nel caso del digiuno Nafl (non obbligatorio). E quindi, una persona può scegliere di osservare il digiuno di quel giorno (dopo il Fajr), fino a quando non ha mangiato (o bevuto n.d.t.) niente, anche se non ha espresso l'intenzione di farlo la notte prima.
Quest'opinione si basa su un detto del Profeta (pace e benedizione su si lui) autentico. Così riporta l'Imam Muslim sotto l'autorità di A'isha:
Una volta il Profeta (bace e benedizione su di lui) tornò a casa chiedendo, "Avete qualcosa da mangiare?", e lei rispose "Oh Messaggero di Allah! Non abbiamo niente.", e quindi egli disse "Bene, in questo caso, per oggi digiunerò!" 
Alla luce di quanto visto sopra, è lecito per noi digiunare anche se la notte precedente non avevamo intenzione di farlo. Quest'elasticità, ad ogni modo, si limita al digiuno nafl; per quanto riguarda il digiuno fard (obbligatorio), una persona dovrebbe aver formulato la niyyah di digiunare per l'intero mese all'inizio di Ramadan  o, ed è anche meglio, farlo tutte le notti prima del digiuno.

Queste domande sono state tradotte dell'articolo "Frequently asked questions (FAQs) on Ramadhan and fasting" dello Shaikh Ahmad Kutty



Domanda sul calendario dei mesi lunari, in particolare Ramdan per i benefici del digiuno e Shawwal per i benefici di rompere il digiuno, e cosa ha a che fare l'astronomia con questa questione.
Il consiglio ha esaminato la mappe e dibattuto su questa questione a lungo e nei dettagli, raggiungendo la seguente soluzione:
L'inizio di Ramadan e Shawwal si decide tramite la vista (della luna crescente n.d.t.), sia ad occhio nudo sia tramite i mezzi degli osservatori, se fatto in un paese islamico tramite mezzi sicuramente leciti, in accordo con quello che dice il santo Profeta nel Hadith:
"Quando la vedete (la luna crescente) iniziate il digiuno e quando la vedete ancora rompete il vostro digiuno"
e in un altro
"Digiunate quando la vedete (la luna crescente) e rompete il digiuno quando la vedete (la luna crescente)".
Questa è una condizione che i rigidi calcoli scientifici astronomici non contraddicono, infatti lasciano la possibilità di un tale avvistamento in un qualsiasi paese. Se questi calcoli possono escludere la possibilità di un avvistamento, anche, gli avvistamenti delle persone possono essere rigettati e rifiutati, se c'è la possibilità di incappare in un errore, nell'immaginazione o perfino in affermazioni false. Inoltre la testimonianza di chi ha osservato il fatto è sempre affetta da un imperfezione, mentre i calcoli astronomici sono certi ed inequivocabili, e i sapienti hanno concordato che quello che è imperfetto non può superare quello che è sicuramente solido e sicuro.
Il consiglio afferma inoltre che tramite dei calcoli astronomici, non significa che si fa riferimento alla proibita ed illecita astrologia, e nemmeno si riferisce ai vari calendari che si sono diffusi nei paesi islamici, come molti potrebbero credere. Piuttosto, intendiamo calcoli astronomici, i frutti della scienza moderna dell'Astronomia che è costruita su solide basi aritmetiche e scientifiche, che è progredita enormemente ed ha aiutato gli uomini a raggiungere la luna ed altri pianeti, e nella quale gli scienziati musulmani di tutto il mondo hanno eccelso.

Fatwa presa dalla prima raccolta di Fatwa dell'European Council for Fatwa and Research.

venerdì 26 luglio 2013

Ramadan: donne e ciclo

Qui di seguito è riportata la traduzione di alcune Fatawa riguardanti le donne e il ciclo mestruale nel mese di Ramadan.

Posso prendere la pillola in modo da ritardare le mestruazioni e riuscire cosi a digiunare per tutto il mese?
Non credo sia consigliabile per una donna prendere la pillola per ritardare le mestruazioni per riuscire a partecipare e digiunare l'intero mese di Ramadan. Come il Profeta (pace su di lui) disse alla sua amata moglie 'Aisha (Dio sia soddisfatto di lei), che lo accompagnò nel suo ultimo pellegrinaggio e che sembrava essere dispiaciuta perché a causa dell'inizio delle mestruazioni era impossibilitata a partecipare all'Umrah come ogni altra persona del gruppo,
 "(non c'è niente di cui dispiacersi) dal momento che è qualcosa che Allah ha decretato per le figlie di Adam!" 
(Riportato da Bukhari sotto l'autorità di 'Aisha)
In altre parole il ciclo mestruale è una parte naturale della vita di una donna, ed ella deve organizzare la sua vita intorno ad esso. Con una riflessione più accurata, possiamo vedere che è stato Allah, il Creatore e l'Altissimo, che ha creato la donna con questa natura, e che, nella Sua infinita saggezza Ha decretato che le donne devono abbandonare la preghiera e il digiuno durante le mestruazioni. Quindi è molto più appropriato per una donna sottomettersi al volere di Allah, e dimenticarsi della preghiera e del digiuno mentre è mestruata.
Inoltre, non c'è ragione perché una donna si debba dispiacere per perdere la ricompensa derivante dalla preghiera e dal digiuno, Allah nella Sua infinita misericordia Ha certamente predisposto per lei dei sostituti sufficienti a coprire queste mancanze. In altre parole, le donne avranno una quantità sufficiente di ricompensa per ogni altro lavoro meritevole che sceglieranno di compiere.
Prima di concludere lasciatemi sottolineare che ogni gesto che interferisce con i ritmi e i cicli naturali della donna non deve mai essere preso alla leggera. Nel caso di un'interferenza del genere, nessuno può valutare gli effetti collaterali che una tale azione a lungo termine potrebbe dare. E' meglio che ci limitiamo, in quanto  umani, a scegliere liberamente quello che Dio nella Sua suprema misericordia Ha scelto per noi.

Se ci si accorge di avere il ciclo nel pomeriggio (o a mezzogiorno) di un giorno di digiuno si deve continuare a digiunare? Mi hanno detto che se il ciclo arriva nel pomeriggio allora si deve mantenere il digiuno. 
Nelle fonti non c'è niente che renda obbligatorio continuare il digiuno e astenersi dal mangiare e dal bere una volta che il ciclo è iniziato; per prima cosa, una volta che il ciclo è iniziato il digiuno è nullo ed è permesso mangiare e bere come ogni altra persona dispensata da esso, per motivi come malattia, viaggio, gravidanza o allattamento al seno. Comunque è necessario specificare che i giorni di digiuno persi a causa delle mestruazioni si devono recuperare.
Non ci sono prove che supportino il fatto che le donne che hanno iniziato il ciclo durante mezzogiorno o dopo debbano continuare ad astenersi dal cibo e dal bere fino all'ora del Iftar. Questa è semplicemente una tradizione o un'interpretazione sbagliata diffusa in certe culture, non ha alcun fondamento in nessuna delle fonti autentiche della shari'a.
In altre parole, nella shari'a non c'è niente che richiede alle persone che sono esonerate dal digiuno di stare lontane dal cibo e dal bere. Insistere su una condizione simile non è altro che un ingiustificata rigidità. L'Islam nella sua forma originaria è libero da un estremismo e una rigidità simili. Il Profeta (pace e benedizione su di lui) disse:
"La nostra religione è facile e semplice da seguire." 
(riportato da al-Nasa'i sotto l'autorità di Abu Hurayrah).

Posso smettere di allattare la mia bambina di 2 mesi durante il giorno e iniziare il digiuno? Spero di darle il latte in polvere durante il giorno. O dovrei continuare ad allattarla e poi recuperare i giorni persi? Ho letto una fatwa secondo la quale è sufficiente dare solo la fidyah. Per favore mi aiuti.
L'allattamento al seno è necessario per la giusta crescita della tua bambina, infatti Allah ha messo nel latte materno agenti che servono a dare le difese immunitarie al bambino. Perciò, è consigliabile che tu la allatti, specialmente quand'è così piccola, il latte in polvere non può sostituire il latte materno.
Se scegli di allattare al seno, dovresti usare il permesso di saltare il digiuno, ma devi recuperarlo dopo. Se pensi di non riuscire a recuperarlo presto, allora faresti bene ad offrire la fidyah; che significa nutrire un povero per ogni giorno di Ramadan. E faresti bene a recuperare i giorni di digiuno appena ti è possibile.
Ora veniamo alla fatwa che hai letto, secondo la quale per una madre che allatta è sufficiente dare la fidyah in sostituzione del digiuno, anche se non è l'opinione della maggioranza, era il punto di vista di Ibn Abbas e Ibn Umar.
Contrariamente a quello detto sopra la maggioranza è dell'idea che la fidyah non sia sufficiente; ma pensa piuttosto che la donna debba recuperare i giorni di digiuno appena può. Sono arrivati a questa conclusione facendo un analogia con quelli che saltano il digiuno per malattia o perché viaggiano, Allah dice:
"...Chi però è malato o è in viaggio, digiuni in seguito altrettanti giorni..."
 (La Giovenca 2, 184).
Detto questo, devo anche aggiungere che ti è lecito seguire l'opinione di Ibn Abbas e Ibn Umar se ti risulta difficile recuperare, considerando che sei in una situazione eccezionale.

Ho avuto un bambino 6 settimane fa e ho ancora il ciclo. Posso digiunare o dovrei aspettare? Grazie mille.
Prima di tutto, lascia che preghi Allah di benedire il tuo bambino e che lo o la faccia crescere nella fede e nella purezza. E che possa essere una fonte di vera gioia per te e la tua famiglia, e una risorsa per la comunità. Ameen.
Non dovresti digiunare in queste condizioni, in quanto sei considerata in stato di nifas o sanguinamento postnatale. Tuttavia, dovresti riprendere la preghiera e il digiuno appena capisci che il sanguinamento dovuto al parto è finito, dopo aver fatto un lavaggio rituale completo (ghusul o grande wudu).
Il fatto di saltare il digiuno, comunque, non dovrebbe essere ragione per non sfruttare tutte le altre opportunità portate dal mese sacro date dal compiere atti di adorazione supplementari (nawaafil), come un costante dhikr, leggere il Corano, impegnarsi in lavori caritatevoli al meglio che si può, così come astenersi dalle frivolezze e focalizzando la mente sul ricordo di Allah.

Quando una donna non digiuna a causa del suo ciclo, qual'è l'etichetta da seguire quando si mangia durante il giorno? Va bene se lei mangia in presenza di altre persone a casa o al suo posto di lavoro? O dovrebbe mangiare senza farsi vedere? 
Il consiglio migliore è quello di rispettare la santità di Ramadan scegliendo di mangiare in modo discreto piuttosto che farlo diventare un ostentazione.
Detto questo, devo aggiungere che non c'è niente di sbagliato se tu mangi e bevi quando non stai digiunando per cause lecite nella Shari'ah. Sappiamo da fonti autentiche che il Profeta (Pace su di lui) usava mangiare e bere durante i viaggi. E allo stesso modo i suoi compagni mangiavano e bevevano se saltavano il digiuno in conseguenza di un viaggio o di una malattia.
Pertanto non c'è alcuna ragione perché tu privi te stessa del cibo e dell'acqua se non puoi digiunare.


Ho una domanda riguardo al digiuno e alle mestruazioni. Ho digiunato un giorno e sono andata al bagno per la preghiera del Dhurh. Poi dopo il Maghrib (dopo aver mangiato e pregato) sono tornata in bagno e ho visto che mi era arrivato il ciclo, ma il mal di pancia che mi accompagna per i primi due giorni del mio ciclo non era iniziano se non dopo il Maghrib. Devo recuperare il digiuno di questo giorno perché non è valido a causa delle mie mestruazioni oppure è valido?
Il giorno di digiuno che hai completato è accettabile; non è necessario che tu lo recuperi, in quanto tu ti sei accorta dell'arrivo delle mestruazioni solo dopo il maghrib. In accordo con le ragionevoli regole del Fiqh (giurispudenza islamica), il tuo stato di purità o senza mestruazioni è una certezza e non può essere spostato o cancellato dal dubbio. In altre parole, si deve ritenere che tu fossi libera dalle mestruazioni fino a quando non hai visto una prova tangibile o hai avuto una sensazione che indicasse che le ture mestruazioni erano iniziate. Siccome non hai avuto nessun chiaro segno che ti facesse pensare di essere mestruata fino a quando non hai rotto il digiuno, il tuo digiuno è considerato valido.
Ad ogni modo, dal momento che noti il sanguinamento non puoi digiunare fino a quando le mestruazioni non sono finite.
In conclusione, lasciami dire che non è necessario che tu recuperi il digiuno (fare qada') che hai completato prima di iniziare il ciclo.

Ho bisogno del suo aiuto il prima possibile.  A causa di una condizione ginecologica chiamata sindrome dell'ovaio policistico, il mio ciclo spesso è irregolare. A volte le mestruazioni saltano per mesi mentre altre volte durano più dei soliti 7 giorni. In queste condizioni quali sono le regole per la preghiera e il digiuno? Questo mese ho ancora il ciclo (oggi è il ventesimo giorno). Dovrei digiunare e pregare? Posso pregare in queste condizioni anche dopo Ramadan?
Se il tuo medico di famiglia sa dirti  se il sanguinamento che hai in questo momento fa parte del regolare ciclo mestruale o se invece è qualcos'altro, riguardo a questo problema agisci in base al suo consiglio e salta la preghiere e il digiuno mentre sei mestruata. Poi agisci nello stesso modo ogni volta che hai una situazione come questa.
Se, invece, non sanno dirti la precisa natura della tua condizione, allora dovresti pensare a quale era (quando erano regolari)  lo schema delle tue mestruazioni prima di questa insolita condizione; quindi se abitualmente avevi 6 o 7 giorni al mese di ciclo mestruale, conta questi giorni come giorni di mestruazioni, fai il ghusul e inizia a digiunare dopo che questi sono passati.
Se non hai mai avuto l'esperienza di un ciclo regolare considera che puoi fare una distinzione basandoti sul tipo di sangue; siccome il sangue mestruale dovrebbe essere più scuro e denso, salta il digiuno e le preghiere quando hai un tipo di sanguinamento simile. E riprendi a digiunare e pregare quando inizia l'altro tipo di sanguinamento, dopo aver fatto ghusul.
Fintanto che hai dimostrato diligenza e hai fatto il tuo meglio in accordo con la tua miglior comprensione di questa questione sei scusata. Allah dice:
"Allah non impone a nessun'anima al di là delle sue capacità..."
(La Giovenca 2, 286).
Il Profeta (pace su lui) disse:
  "Quando ti ordino qualcosa, tu fallo al meglio che puoi fare."
 (Riportato da Muslim sotto l'autorità di Abu Hurayrah).
Possa Allah concederci la vera saggezza e Lui possa benedirci in modo da esserGli obbedienti nei nostri pensieri, parole e azioni. Ameen.

Queste domande sono state tradotte dell'articolo "Frequently asked questions (FAQs) on Ramadhan and fasting" dello Shaikh Ahmad Kutty

venerdì 19 luglio 2013

Ramadan e malattia


Nel nome di Dio, Misericordioso, Misericorde
"Credenti, è scritto per voi il digiuno, come fu scritto per quelli prima di voi - sarete voi devoti? - per giorni contati. Dunque: chiunque di voi è malato o in viaggio, allora sostituiteli con altri giorni. Ma vi è un riscatto per coloro che lo potranno sostenere: il nutrimento di un povero (FIDYAH*). E se qualcuno fa di più, è per lui un bene; ma è meglio per voi digiunare, se sapeste! Il Corano, guida per le genti, e prova di condotta e di discernimento, è stato inviato nel mese di Ramadhàn. Chiunque lo vede, digiuni. E chiunque è ammalato, o in viaggio, li sostituisca allora con altri giorni. Dio vuole per voi la facilità; non vuole per voi la difficoltà, ma che compiate bene il numero proclamiate la grandezza di Dio che vi ha guidati. Sarete voi riconoscenti? 
(2, 183-185)

*Fidyah: si chiama così il riscatto del digiuno tramite il nutrimento di un povero che può essere fato solo da coloro che non sono in grado di digiunare il mese di Ramadan per una causa che permane nel tempo e quindi non avranno più la possibilità di recuperarlo digiunando altri giorni. Si tratta principalmente di due categorie di persone: l'ammalato cronico e l'anziano. La fidyah consiste nel dare un pasto ad un povero (o a dargli il prezzo del pasto) per questo non ha un valore definito, ma cambia a seconda del luogo del tempo e dalla situazione economica di chi la deve dare. In linea generale diciamo che la fidyah ha il valore di un pasto medio che la persona mangia a casa sua. Sarebbe meglio dare la fidyah sottoforma di cibo come dice il versetto, ma è permesso anche darne il valore in denaro, se questo è più comodo.

Con questi versetti Allah SWT prescrive per i musulmani il digiuno del mese di Ramadan e dà il permesso all'ammalato ed al viaggiatore di non fare il digiuno se questo costituisce una difficoltà, salvo poi recuperare i giorni persi dopo Ramadan. I versetti sono molto espliciti e chiari, ma per tradurli nella vita di tutti i giorni, e per rispondere a eventuali dubbi che possono venire, di seguito sono riportate alcune fatawa sull'argomento.

Se sono raffreddato (naso gocciolante, starnuti, intorpidimento), posso interrompere il digiuno? Non è febbre (wallahu a'lam). Quanto deve essere grave una malattia per avere il permesso di interrompere il digiuno a Ramadan?
Hai il permesso di interrompere il digiuno solo se il digiuno aggrava la tua malattia o ti impedisce di assumere farmaci che devi prendere per medicarti. Nel caso del generico raffreddore non hai il permesso di interrompere il digiuno a meno che il raffreddore non sia intollerabile per te e tu non possa star bene senza assumere farmaci. Se pensi che questo sia il caso, allora hai i permesso di mangiare, per il versetto riportato sopra.

Come faccio a sapere se sono malato abbastanza da avere il permesso di non digiunare? Ho una condizione medica cronica che verrebbe aggravata dal digiuno, ma non è questione di vita o di morte, solo tanto disagio e dolore. Devo comunque provare a digiunare?
Se la tua malattia è aggravata dal digiuno, allora non dovresti digiunare. In altre parole, quelli che sono malati e hanno la speranza di guarire dovrebbero mangiare se il digiuno aggrava la loro condizione di salute, ma poi devono recuperare i giorni che non hanno digiunato più tardi, quando la loro condizione di salute migliora e loro sono in grado di digiunare. Se però uno ha una malattia a lungo termine e non ha speranza di guarirne, allora è tenuto a dare la fidyah: deve dar da mangiare a un povero per ogni giorno di Ramadhan che non ha digiunato.

Vorrei sapere, se uno digiuna quando è malato (per esempio è raffreddato o ha la febbre etc…) e vomita, questo interrompe il suo digiuno?
Se uno vomita senza una sua iniziativa o volontà, allora il suo digiuno non è interrotto, ma se uno si dovesse indurre il vomito, allora il suo digiuno è invalidato. Abu Hurayra (ra) riporta che il Profeta saaws disse: Chiunque vomiti involontariamente non è tenuto a recuperare il giorno di digiuno (può continuare a digiunare ed il suo digiuno per quel giorno è valido), ma se uno se lo dovesse indurre allora deve recuperarlo (ovvero il suo digiuno è interrotto e deve recuperare il giorno)” Riportato da Tirmidhi


Ho fatto un vaccino per l’influenza durante il digiuno. Questo ha effetto sul mio digiuno? Cosa devo fare adesso?
Stando all’opinione preferita dagli studiosi dell’Islam, il vaccino non invalida il digiuno visto che non è incluso nella categoria di consumo di bevande o cibo, che è quella da cui dobbiamo astenerci durante il digiuno. 
Per cui non devi preoccuparti per il tuo digiuno; ma se tu avevi mangiato quel giorno pensando che il vaccino avesse invalidato il tuo digiuno, allora devi recuperare quel giorno dopo Ramadan. 
Tuttavia, è necessario far notare che questa regola non può essere estesa alle iniezioni di nutrienti o di glucosio. Queste iniezioni interrompono senza dubbio il digiuno. Per cui, se una persona deve fare queste iniezioni di giorno durante il mese di Ramadan per motivi di salute, lui o lei ha il diritto di non digiunare e recuperare dopo Ramadan.

Chi digiuna ha il permesso di prendere le gocce per gli occhi o per le orecchie? E cosa a proposito degli spray nasali per l’allergia/sinusite? 
Grandi studiosi, tra cui Ibn Taymiyah e Ibn Hazm, dicono che le attività che hai menzionato non invalidano il digiuno e riportano le seguenti giustificazioni per il loro punto di vista: 
1. nessuna delle azioni sopra indicate ha lo scopo di nutrire o dissetare, le due azioni da cui dobbiamo astenerci come è riportato chiaramente nei versetti. 
2. Se una qualsiasi di queste azioni fosse da considerare come invalidante del digiuno allora il Profeta saaws l’avrebbe detto chiaramente, visto che sono attività che si fanno comunemente. Nelle fonti non è riportato che il profeta abbia mai considerato tali attività come invalidanti del digiuno. Se fosse stato così l’avrebbe certamente detto. Non ha forse affermato che ci ha insegnato qualsiasi cosa dobbiamo fare nella notra religione? 
Alla luce di queste considerazioni concludo dicendo che non c’è alcuna giustificazione per pensare che queste attività rompano il digiuno. Come è stato sottolineato giustamente dall’Imam Ibn Hazm, queste non fanno parte dei metodi usati dall’umanità per nutrirsi nei secoli. 
In conclusione usare le gocce per gli occhi o le orecchie o gli spray nasali per le allergie non invalida il digiuno.

Sono malato di asma e la mia domanda è se posso usare l’inalatore durante il digiuno se sto male?
Dato che gli inalatori per l’asma sono sostanzialmente ossigeno con minuscole particelle chimiche che vanno a finire nei reni più che nell’intestino, l’opinione preferita dagli studiosi è che gli inalatori non invalidano il digiuno. Anche se crediamo che alcune di queste particelle possono indirettamente raggiungere l’intestino, esse sono insignificanti. Infatti questo è analogo all’acqua che rimane nella gola o nelle narici a seguito del loro lavaggio nel wudu e nel ghusl. Per cui, non possono essere considerati invalidanti del digiuno.

Una persona diabetica deve digiunare? Non è sufficiente per lui/lei pagare la fidyah e basta?
Non si può fare una regola generale e sostenere che tutte le persone diabetiche abbiano il diritto di saltare il digiuno e pagare la fidyah. Questo perché le condizioni di ciascuna persona diabetica sono diverse da un’altra, perché ognuno reagisce in modo diverso al digiuno. Infatti se una persona diabetica risente molto del digiuno possiamo trovarne un’altra che non risente per niente del digiuno. Tenendo conto di questo caso, non si può concludere che tutti i diabetici siano esclusi dal digiuno. 
Se a una persona viene sconsigliato di digiunare dal proprio dottore, o se, dopo aver monitorato il livello di zucchero, le viene detto che digiunare è pericoloso, allora queste persone sono esentate dal digiuno e devono dare la fidyah. 
Se, d’altra parte, viene scoperto che la persona non è risente del digiuno, allora la persona deve digiunare poiché la fidyah, in questo caso, non è una valida opzione. In altre parole, l’esenzione dal digiuno è consentita solo a coloro che non sono in grado di digiunare.

Si può donare il sangue durante il digiuno? 
E' sconsigliato donare il sangue durante il digiuno a meno che non sia assolutamente necessario farlo.
Perdere molto sangue può indebolire la persona e potrebbe costringerla a interrompere il digiuno. Essere, quindi, coinvolti in una situazione simile è sconsigliato.
C’è da aggiungere che molte persone pensano che prelevare sangue potrebbe invalidare il digiuno. Questo è il parere di Imam Ahmad. Comunque, Imam Shafi e altri sono dell’opinione che il prelievo di sangue non rompa il digiuno; è comunque sconsigliato perché potrebbe come conseguenza costringere una persona a rompere il digiuno.
La regola comunque cambia quando vi sono emergenze. È il caso, per esempio, di quando uno viene chiamato a donare sangue per salvare la vita di un’altra persona. In questo caso non bisogna avere nessuna esitazione, anche se questo potrebbe comportare la rottura del digiuno. 
Un’altra eccezione: se una persona è forte ed è convinta che donando sangue non si sentirà debole e potrà continuare il suo digiuno, allora per questa persona non vi è nessun tipo di impedimento a donare sangue. 
Concludendo, ogni persona deve considerare il proprio stato di salute prima di compiere un’azione simile.

Sono malato di thalassemia e faccio trasfusioni di sangue ogni mese. Inoltre, ogni giorno faccio un trattamento con il Desferal - terapia di chelazione del ferro ndt - (una medicina da mettere in un apparato che lavora per 10 ore per prevenire l’accumulo di ferro). In queste condizioni posso digiunare durante il Ramadan? La prego di spiegare.
Se ho capito correttamente a tua domanda, la tua salute ti richiede di essere nutrito attraverso medicine. In questo caso tu sei esentato dal digiuno per problemi di salute. Se ricevi solamente iniezioni e non nutrimento, puoi seguire il digiuno, perché le iniezioni da sole non annullano il digiuno. 
Detto questo, permettimi di chiarire certi punti: non devi digiunare se ti risulta troppo difficile astenerti dal bere e dal mangiare. 
Se il tuo dottore dice che non c’è una cura per la tua condizione, allora devi dare la fidyah, se non sei in grado di digiunare. La Fidyah consiste nel dare un pasto ad un povero per ogni giorno di Ramadan non digiunato. Puoi darla direttamente a un povero o darla ad un’organizzazione islamica affidabile che si occupa di distribuire la carità nella tua zona. 
Se invece la condizione di cui soffri descritta sopra è temporanea e c’è speranza di guarirne dopo aver fatto le cure necessarie, allora non devi dare la fidyah ma devi recuperare i giorni che hai mangiato quando sarai guarito o comunque quando sarai di nuovo in grado di digiunare.

È un peccato se una persona malata di cuore ha preso la medicina durante il Ramadan dopo l’adhan del Fajr ma prima del sorgere del sole, perché si è svegliata tardi dopo l’adhan del Fajr? Deve recuperare questo giorno dopo Ramadan? 
Allah dice:  “Mangiate e bevete finché, all'alba, possiate distinguere il filo bianco dal filo nero; quindi digiunate fino a sera.” (2, 187), per cui dobbiamo astenerci da ogni tipo di assunzione di cibi o bevande dall’aurora fino al tramonto. Questo per gli studiosi è una condizione necessaria per la validità del digiuno. Per cui se hai assunto la medicina volontariamente dopo l’adhan del fajr, allora hai invalidato il tuo digiuno e devi recuperare il giorno dopo Ramadan. Ma se l’hai assunta involontariamente allora il tuo digiuno è considerato valido. Il Profeta Muhammad SAAWS disse: “Allah ha perdonato alla mia Ummah (comunità) i peccati fatti per ignoranza, dimenticanza o per costrizione”. 
Detto questo voglio ricordarti che se sei malato non devi preoccuparti per la tua azione, visto che comunque saresti esonerato dal digiuno, specialmente se la tua malattia richiede che tu assuma medicinali durante il giorno. Dovrai solo recuperare i giorni che non hai digiunato quando sarai guarito. Se però non c’è speranza di guarire dalla malattia allora devi dare la fidyah.

Ho un appuntamento dal dentista per un'otturazione dentale durante il mese di Ramadan (di giorno). Non intendo mangiare o bere, ma può essere che ingerisca un po’ di acqua o frammenti dentali durante la procedura (a dispetto di tutte le mie precauzioni). Questo invalida il digiuno?
La cura dentale non necessariamente interrompe il digiuno della persona. Non rientra nella categoria di cibi o bevande o piacere da cui dobbiamo astenerci. 
Alcuni studiosi tuttavia lo considerano non desiderabile per timore che uno possa inghiottire un po di acqua o qualche frammento dentale per errore. In questo caso, è meglio posticipare l’appuntamento fino a dopo Ramadan. Se non c’è questo timore o se è necessario fare il trattamento allora lo puoi fare. Se dovessi accidentalmente inghiottire qualcosa, anche avendo fatto del tuo meglio per evitarlo, questo non invaliderà il tuo digiuno. Leggiamo nel Corano: “Dio vuole per voi la facilità; non vuole per voi la difficoltà” (2, 185)

Queste domande sono state tradotte dell'articolo "Frequently asked questions (FAQs) on Ramadhan and fasting" dello Shaikh Ahmad Kutty

venerdì 21 giugno 2013

Il Buon Comportamento: una componente fondamentale dell'Islam

Il musulmano ha una fede ed è tenuto a compiere delle pratiche religiose. Tutto questo ha lo scopo di migliorare la sua relazione con Dio, con le altre persone ed in generale con tutto il creato. Quando una persona venne dal Profeta e gli chiese:
che cos'è la religione?
Egli rispose:
"il buon comportamento".

Per cui Husnu-Lkhuloq (che in italiano può essere tradotto con buon comportamentobuon carattere o buone maniere) è un fattore fondamentale nell'Islam. In generale possiamo suddividere la religione islamica in tre parti principali:
  1. IMAN (la fede, di cui abbiamo parlato ne "I Sei Pilastri della Fede")
  2. 'IBADAT (le pratiche religiose, di cui abbiamo parlato ne "I Cinque Pilastri dell'Islam")
  3. MU'AMALAT (relazioni).
Se le prime due trattano della relazione del credente con Dio, in quest'ultima categoria rientrano tutte le relazioni con gli uomini, gli animali, le piante e il creato in generale. Tra le mu'àmalat ci sono alcune questioni che hanno una regolamentazione particolare e che verranno trattate a parte in futuro. Tra queste ricordiamo: il matrimonio, la compravendita, l'eredità... Tutte le regolamentazioni hanno un unico scopo: assicurare che una relazione di qualsiasi tipo possa essere vissuta nel modo più positivo possibile.
Sul buon comportamento ci sono stati tramandati tantissimi ahadith del Profeta Muhammad saaws. Di seguito ne riportiamo alcuni. Il Profeta Muhammad saaws disse:

  • "Nel Giorno del Giudizio non c'è niente sulla bilancia del credente che pesi più del buon comportamento."

  • "Certamente i più cari di voi per me ed i più vicini a me nel Giorno del Giudizio sono coloro con un buon carattere; e certamente i più grandi nemici per me ed i più lontani da me, sono quelli che hanno un cattivo carattere"

  • "Dio non ha pietà per coloro che non hanno pietà per gli altri"

  • " L'uomo d'affari onesto ed affidabile è paragonabile ai profeti, ai santi, ai martiri"

  • "Voi non soddisferete le persone con la vostra ricchezza, però basterà loro il vostro sorriso ed il morale buono"

  • "Potente non è colui che getta a terra l'avversario, bensì è potente colui che controlla se stesso in un attacco di ira"

Fede e buon comportamento:

Nel Qur'an Allah definisce l'idolatria un'ingiustizia:

"E quando Luqman disse a suo figlio esortandolo: "figlio mio, non dare associati a Dio, attribuirGli associati è un'enorme ingiustizia"
(31, 13)

La fede islamica è intrinsecamente collegata ed intrecciata con il buon comportamento. Il Profeta Muhammad saaws disse:
  • "Nessuno di voi è un vero credente finché non desideri per i suoi fratelli ciò che desidera per sé. Colui che mangia a sazietà mentre il suo vicino è senza cibo non è un credente."

  • "i segni dell'ipocrita sono tre: quando parla mente, quando promette non mantiene, e quando si ripone fiducia in lui tradisce."

La pratica religiosa ed il buon comportamento:

Il Profeta Muhammad saaws disse:

"In verità, il credente con le buone maniere raggiunge il grado di colui che digiuna il giorno e prega la notte"

Le pratiche religiose hanno lo scopo di migliorare il nostro comportamento:
  1. sulla Salat Allah swt dice:

    "In verità l'orazione (la Salat) preserva dalla turpitudine e da ciò che è riprovevole"
    (29,45)
  2. sulla Zakat dice:

    "Prendi dai loro beni una sadaqa con la quale tu li purifichi e li benedica, e prega per loro. Le tue preghiere sono un acquetamento per loro."
    (9, 103)
  3. sul digiuno il Profeta disse:

    "Allah non si cura dello smettere di mangiare e di bere di chi non cessa le menzogne e le diffamazioni"
  4. sul pellegrinaggio Allah swt dice:

    "Il pellegrinaggio avviene nei mesi ben noti. Chi decide di assolverlo, si astenga dai rapporti sessuali, dalla perversità e dai litigi durante il pellegrinaggio."
    (2, 197)
Essere dei buoni musulmani non significa quindi solo seguire dei precetti astratti, compiere le preghiere e digiunare Ramadan, ma osservare un cambiamento su se stessi e nel proprio comportamento indotto dalla fede e dalla pratica religiosa. Allah swt sottolinea bene questo concetto in tanti versetti coranici tra i quali ricordiamo il versetto 177 della seconda sura:

"La carità non consiste nel volgere i volti verso l'oriente e l'occidente, ma nel credere in Allah e nell'Ultimo Giorno, negli Angeli, nel Libro e nei Profeti e nel dare, dei propri beni, per amore Suo, ai parenti, agli orfani, ai poveri, ai viandanti diseredati, ai mendicanti e per liberare gli schiavi; assolvere l'orazione e pagare la decima. Coloro che sono pazienti nelle avversità e nelle ristrettezze, e nella guerra, ecco coloro che sono veritieri, ecco i timorati."
(2, 177)

CARTA DEI MUSULMANI D’EUROPA

All’inizio del 2000, la Federazione delle Organizzazioni Islamiche d’Europa (FOIE) aveva ritenuto necessaria la stesura di una Carta per i musulmani d’Europa che enunciasse i principi fondamentali per una buona comprensione dell’Islam e che illustrasse le basi dell’integrazione dei musulmani nell’ambito della cittadinanza.
La FOIE ha allora incaricato una commissione di preparare il progetto della Carta che è stata in seguito discussa dai vari organismi della FIOE. Nel gennaio 2002 il progetto è stato presentato a Bruxelles durante una riunione plenaria ai delegati di numerose associazioni islamiche europee.
In seguito a utili discussioni e tenendo conto delle proposte e dei suggerimenti, è stata adottata la presente versione finale che è stata firmata da associazioni musulmane di 28 Paesi europei.
La possibilità di sottoscrivere questa Carta rimane aperta a tutte le istituzioni che decidono di aderirvi.

Introduzione
Lo scopo di questa carta è di precisare un certo numero di principi fondamentali su cui si basa la comprensione comune dell’Islam nel contesto europeo e di consolidare le basi degli scambi positivi con la società.
Tra i principali motivi che rendono necessaria la stesura di questa carta:
  • Il contributo dell’Islam nell’arricchimento della civiltà europea contemporanea, la secolare presenza islamica in particolare nell’Europa orientale ed il fatto che i musulmani che vivono nell’Europa Occidentale vi si siano stabiliti in modo permanente, passando da una presenza temporanea di immigrati stranieri ad una residenza permanente rappresentata anche dalle nuove generazioni dei figli degli immigrati. L’Islam è diventata la seconda religione in numerosi Paesi europei, alcuni dei quali hanno stipulato delle intese con i suoi rappresentanti. In altri Paesi il riconoscimento formale da parte dello Stato è in corso.
  • La necessità di consolidare una cittadinanza fondata sulla giustizia, l’uguaglianza dei diritti ed il riconoscimento dei musulmani come comunità religiosa europea.
  • Il necessario avvicinamento tra i musulmani d’Europa al fine di accompagnare e di sostenere l’allargamento e lo sviluppo dell’Unione Europea.
  • La necessità di consolidare i valori del dialogo e della pace per il benessere della società, ed il rafforzamento dei valori della moderazione, del dialogo e degli scambi tra i popoli e le civiltà lontano da ogni forma di estremismo o di marginalizzazione.
  • L’importante ruolo dell’islam nel mondo con il suo bagaglio di spiritualità, umanità e civiltà   e la necessità di migliorare la cooperazione e l’avvicinamento tra il mondo islamico e l’Occidente in generale e con l’Europa in particolare al fine di promuovere la giustizia e la pace nel mondo.
Sulla comprensione dell’islam
  1. La nostra comprensione dell’islam poggia su principi fondamentali tratti dalle fonti principali dell’islam: il Corano e la Sunna (detti del Profeta), nel rispetto del consenso generale, del contesto attuale e delle specificità della realtà europea.
  2. La comprensione dello spirito autentico dell’islam si basa sul principio della wasatiya ( = moderazione ed equilibrio) che delinea gli scopi generali di questa religione. La giusta via di mezzo che non si riconosce né nell’eccesso né nella negligenza e che concilia la guida della Rivelazione con i lumi dell’intelletto e della ragione, che rispetta il giusto equilibrio tra i bisogni materiali dell’uomo e quelli spirituali e che concepisce la vita come l’armonia tra la ricerca dell’aldilà e l’impegno per il benessere nella vita terrena.
  3. L’islam, con i suoi principi, le sue regole ed i suoi valori si articola in tre ambiti:
    • La fede (i dogmi) con i suoi sei pilastri: credere in Dio, nei Suoi profeti, nei Suoi angeli, nei libri da Lui rivelati, nel giorno del giudizio, nel destino.
    • Le regole del comportamento islamico che riguardano sia il culto (il modo con cui il musulmano deve rapportarsi con Dio) che il modo con cui ci si deve comportare con le persone, nei differenti ambiti della vita quotidiana.
    • L’etica e la morale islamica, che dà indicazioni sulla via da seguire per il compimento del bene.
Questi tre ambiti sono interdipendenti e complementari e convergono verso un unico obiettivo che consiste nel ricercare e favorire tutto ciò che è utile e positivo e nel respingere tutto ciò che è nocivo e dannoso, nell’interesse dell’individuo e della collettività.
  1. Tra le caratteristiche generali dell’islam troviamo il pieno rispetto per l’umanità in generale, l’elasticità del suo sistema giuridico ed il rispetto del pluralismo; l’islam considera la diversità tra le persone qualche cosa di naturale.
  2. L’islam onora l’essere umano e lo considera vicario di Dio sulla Terra. Questa dignità è riconosciuta a tutti gli esseri umani, uomini o donne essi siano, senza distinzione alcuna. Il rispetto della dignità dell’uomo consiste anche nel proteggerlo da tutto ciò che può danneggiare la sua salute fisica e mentale, o da chi approfitta della sua debolezza per sfruttarlo o privarlo dei suoi diritti.
  3. L’islam accorda un’importanza particolare alla dimensione sociale ed invita alla misericordia, all’aiuto reciproco, alla solidarietà ed alla fraternità. Questi valori si ritrovano in particolare nei diritti dei genitori, dei parenti e dei vicini, dei poveri e dei bisognosi, degli ammalati e delle persone anziane, qualunque siano le loro fedi o origini.
  4. L’islam invita alla perfetta uguaglianza tra uomo e donna in quanto esseri umani, nel reciproco rispetto. Considera che la vita equilibrata si basa sulla complementarità e l’armonia tra l’uomo e la donna. Rinnega ogni idea o comportamento che sottovaluta la donna o che la priva dei suoi diritti, anche se purtroppo abitudini errate sono ancora presenti in certi ambienti musulmani. L’islam riconosce alla donna il suo ruolo insostituibile nella società e rifiuta ogni forma di sfruttamento della donna ed ogni comportamento atto a ridurla a semplice oggetto di piacere.
  5. L’islam considera la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo ed una donna il luogo naturale ed ideale per la crescita delle generazioni future, essa è anche fonte di felicità per l’individuo e di stabilità per la società. Per questo l’islam raccomanda di mettere in atto tutte le disposizioni ed i mezzi atti a consolidare la famiglia e a difenderla da tutto ciò che può indebolirla o di marginalizzare il suo ruolo.
  6. L’islam rispetta i diritti dell’uomo e richiama all’uguaglianza tra tutti gli esseri umani, rifiuta ogni forma di discriminazione razziale, proclama la libertà e condanna la costrizione nella religione garantendo ad ogni persona la libertà di credo. Allo stesso tempo, grazie alla sua visione equilibrata della libertà, l’islam raccomanda il rispetto dei valori morali e delle norme giuridiche, per evitare che questa libertà si trasformi in danno alle persone o ai beni.
  7. L’islam invita alla conoscenza reciproca tra le persone, al dialogo, alla collaborazione ed alla cooperazione tra i popoli e le nazioni, al fine di realizzare una migliore convivenza e di garantire la stabilità e la pace nel mondo. Il termine jihad citato nelle fonti islamiche significa sforzarsi per il bene, partendo dallo sforzo che l’individuo compie per migliorare se stesso, per comprendere anche la promozione del rispettato del diritto e della giustizia tra le persone. Il jihad inteso come scontro armato deve essere compreso come l’ultima soluzione a cui uno Stato può ricorrere per legittima difesa quando subisce un’aggressione armata. I principi dell’islam in questo ambito sono gli stessi sanciti dal diritto e dalle convenzioni internazionali.
    Partendo da questo presupposto, l’islam rifiuta e condanna fermamente ogni forma di violenza e di terrorismo, sostiene le cause giuste e riconosce alle persone il diritto di difendere i propri diritti con i mezzi previsti dalla legge, lontano da ogni parzialità o ingiustizia.
  8. L’islam raccomanda ai musulmani l’onestà ed il rispetto dei propri impegni e vieta loro il tradimento, la slealtà e l’imbroglio. Ordina di comportarsi nel migliore dei modi non solo con le persone bensì con tutte le altre creature.
  9. L’islam, partendo dal principio della shura (=consultazione, concertazione) e considerando i risultati raggiunti dall’esperienza umana nel campo della politica e della legislazione, riconosce i principi su cui si basa il sistema democratico che garantisce la libertà di scelta dei rappresentanti e delle istituzioni politiche, il rispetto del pluralismo e dell’alternanza pacifica al potere.
  10. L’islam raccomanda all’uomo di usufruire del patrimonio naturale che è stato messo a sua disposizione nel rispetto dell’ambiente dall’inquinamento e dal degrado. L’islam ordina di difendere l’ambiente da tutto ciò che può compromettere il suo equilibrio naturale e raccomanda la salvaguardia del patrimonio naturale e la protezione degli animali e vieta lo spreco e la dilapidazione dei beni.
La presenza islamica nella società
  • Principi che riguardano l’ambito islamico
  • Presupposti ed implicazioni della cittadinanza
  • L’apporto dei musulmani d’Europa
Principi che riguardano l’ambito islamico
  1. I musulmani d’Europa, nonostante le loro differenti origini etniche e culturali e la loro appartenenza a riti e a scuole di pensiero diverse, nel quadro dei valori fondamentali immutabili dell’islam, costituiscono un unico gruppo religioso unito dalla fratellanza nell’islam; allo stesso tempo i musulmani di ogni Stato Europeo sono legati tra di loro dall’appartenenza alla stessa entità nazionale. Ogni discriminazione su base etnica è contraria ai valori dell’islam che invita all’ unità.
  2. Considerando i principi della loro religione ed i loro comuni interessi,  i musulmani d’Europa sono invitati a far convergere i loro comuni intenti e a collaborare tra di loro, coordinando gli sforzi delle loro associazioni ed organizzazioni, senza che ciò intacchi il riconoscimento ed il rispetto della diversità che li caratterizza.
  3. I musulmani d’Europa oltre ad appartenere agli Stati Europei nei quali vivono e pur dando la priorità ai loro doveri di cittadini, si sentono parte dell’umma islamica. Il legame che unisce i musulmani d’Europa ai loro fratelli nel mondo, rientra nel quadro delle relazioni naturali tra membri di una stessa comunità. Questo legame può essere orientato per aiutare ad approfondire la comunicazione e rafforzare la collaborazione tra l’Europa ed il mondo islamico ed ampliare le vie della cooperazione tra i popoli e gli Stati del mondo.
Presupposti ed implicazioni della cittadinanza
  1. I musulmani d’Europa rispettano le leggi e le autorità dei rispettivi Stati, senza che ciò impedisca loro di difendere i loro diritti e di esprimere le loro opinioni e le loro posizioni sia a titolo individuale che collettivo, sia  per quanto li riguarda come comunità religiosa o che li riguarda più in generale come cittadini, così come previsto per tutti i cittadini. Per quanto riguarda le divergenze che possono sorgere tra alcune leggi e certi aspetti  particolari legati alla religione, i musulmani possono rivolgersi alle autorità competenti per trovare delle soluzioni che prendano in considerazione le loro necessità.
  2. I musulmani d’Europa rispettano il principio della laicità che si fonda sulla neutralità dello Stato rispetto alle religioni. Ciò implica un trattamento ed una relazione equa con tutte le religioni, e la possibilità per i fedeli di esprimere le loro convinzioni e di praticare il proprio culto sia nel pubblico che nel privato, individualmente o in modo congregazionale, conformemente a quanto previsto dalle dichiarazioni dei diritti dell’uomo e dalle convenzioni internazionali. Partendo da questo presupposto, i musulmani d’Europa, come comunità religiosa hanno il diritto di costruire le loro moschee, di creare le loro associazioni religiose, educative e sociali, di praticare il loro culto e i loro riti religiosi, e di rispettare le prescrizioni della loro religione nella loro vita quotidiana, sia per quanto riguarda la loro alimentazione, l’abbigliamento o altro.
  3. I musulmani d’Europa, in quanto musulmani e cittadini, sono convinti che sia loro dovere agire per il bene della collettività e per l’interesse della società in generale. Sono altresì convinti che così come è loro dovere impegnarsi e spendersi per compiere i loro doveri di cittadini, è loro dovere rivendicare i propri diritti. I principi fondamentali dell’islam prevedono che il cittadino musulmano debba essere attivo nella vita sociale, produttivo, benefico e altruista.
  4. I musulmani sono chiamati ad integrarsi in modo positivo nelle loro rispettive società, integrazione fondata su un equilibrio armonioso tra la conservazione della loro identità religiosa, ed i loro doveri di cittadini. Ogni integrazione che nega ai musulmani il diritto di salvaguardare la loro identità religiosa non serve né gli interessi dei musulmani né quelli delle società europee alle quali appartengono.
  5. La cittadinanza positiva comporta la partecipazione politica a cominciare dall’esercizio del diritto di voto e dall’interazione con i partiti politici. Per questo i musulmani partendo dal presupposto di una cittadinanza attiva, credono nella positività ed operano per un loro coinvolgimento nell’ambito politico in generale. Li incoraggia in questo senso l’apertura delle organizzazioni politiche verso tutte le componenti della società, apertura che comprende ed incanala tutte le potenzialità e le idee.
  6. I musulmani d’Europa vivono in società in cui convivono convinzioni religiose e filosofiche differenti, confermano il loro rispetto per questo pluralismo anche perché l’islam stesso riconosce e sancisce il diritto alla diversità e non cerca assolutamente di limitarlo ma al contrario invita alla conoscenza reciproca e alla collaborazione tra i membri della società.
L’apporto dei musulmani d’Europa
  1. L’ islam, con i suoi principi umanitari universali, crede nell’avvicinamento dei popoli nel rispetto dei loro diritti e delle loro specificità e nel rispetto delle regole di giustizia negli scambi e nella cooperazione tra le persone, rifiutando ogni forma di dominazione e di sfruttamento. Partendo da questo presupposto, i musulmani d’Europa considerano come loro dovere contribuire al consolidamento delle relazioni tra l’Europa ed il mondo islamico, e per raggiungere questo obiettivo è necessario liberarsi degli stereotipi riguardo all’Islam e all’occidente al fine di costruire delle basi solide per una migliore comunicazione tra i popoli e scambi fruttuosi tra le civiltà.
  2. L’Islam, con il suo bagaglio di valori umani e di civiltà può contribuire tramite la sua presenza in Europa, a consolidare il ruolo dei valori generali utili per le nostre società contemporanee, come i valori della giustizia, della libertà, della fratellanza, dell’uguaglianza, della solidarietà. Può inoltre contribuire a confermare gli aspetti umani e morali nel campo del progresso scientifico, tecnologico ed economico. Questo contributo avrà sicuramente dei benefici per tutti.
  3. La presenza dell’islam in Europa rappresenta un’opportunità per la realizzazione della conoscenza reciproca, della convivenza e del dialogo interreligioso, che l’islam incoraggia ed invita a promuovere, contribuendo a consolidare il cammino verso la pace nel mondo.
  4. I musulmani d’Europa rappresentano, grazie al patrimonio religioso e culturale che possiedono e grazie alla loro presenza nei diversi Stati, un fattore di sostegno e promozione degli sforzi di avvicinamento nell’ambito dell’Unione Europea. Ciò contribuirebbe a rendere l’Europa, anche grazie alle sue diverse e variegate componenti religiose e culturali, un importante polo di civiltà,  capace di ricoprire un ruolo di equilibrio tra le potenze mondiali.

“O uomini, vi abbiamo creato da un maschio e da una femmina e
abbiamo fatto di voi popoli e tribù affinché vi conosciate a vicenda” 
(Corano 49,13)

Fonte:  http://www.methaq.eu/about_it.html