(Maryam, 13)

Tenerezza da parte Nostra e purezza.

(Corano- Maryam, 13)

venerdì 21 giugno 2013

Il Buon Comportamento: una componente fondamentale dell'Islam

Il musulmano ha una fede ed è tenuto a compiere delle pratiche religiose. Tutto questo ha lo scopo di migliorare la sua relazione con Dio, con le altre persone ed in generale con tutto il creato. Quando una persona venne dal Profeta e gli chiese:
che cos'è la religione?
Egli rispose:
"il buon comportamento".

Per cui Husnu-Lkhuloq (che in italiano può essere tradotto con buon comportamentobuon carattere o buone maniere) è un fattore fondamentale nell'Islam. In generale possiamo suddividere la religione islamica in tre parti principali:
  1. IMAN (la fede, di cui abbiamo parlato ne "I Sei Pilastri della Fede")
  2. 'IBADAT (le pratiche religiose, di cui abbiamo parlato ne "I Cinque Pilastri dell'Islam")
  3. MU'AMALAT (relazioni).
Se le prime due trattano della relazione del credente con Dio, in quest'ultima categoria rientrano tutte le relazioni con gli uomini, gli animali, le piante e il creato in generale. Tra le mu'àmalat ci sono alcune questioni che hanno una regolamentazione particolare e che verranno trattate a parte in futuro. Tra queste ricordiamo: il matrimonio, la compravendita, l'eredità... Tutte le regolamentazioni hanno un unico scopo: assicurare che una relazione di qualsiasi tipo possa essere vissuta nel modo più positivo possibile.
Sul buon comportamento ci sono stati tramandati tantissimi ahadith del Profeta Muhammad saaws. Di seguito ne riportiamo alcuni. Il Profeta Muhammad saaws disse:

  • "Nel Giorno del Giudizio non c'è niente sulla bilancia del credente che pesi più del buon comportamento."

  • "Certamente i più cari di voi per me ed i più vicini a me nel Giorno del Giudizio sono coloro con un buon carattere; e certamente i più grandi nemici per me ed i più lontani da me, sono quelli che hanno un cattivo carattere"

  • "Dio non ha pietà per coloro che non hanno pietà per gli altri"

  • " L'uomo d'affari onesto ed affidabile è paragonabile ai profeti, ai santi, ai martiri"

  • "Voi non soddisferete le persone con la vostra ricchezza, però basterà loro il vostro sorriso ed il morale buono"

  • "Potente non è colui che getta a terra l'avversario, bensì è potente colui che controlla se stesso in un attacco di ira"

Fede e buon comportamento:

Nel Qur'an Allah definisce l'idolatria un'ingiustizia:

"E quando Luqman disse a suo figlio esortandolo: "figlio mio, non dare associati a Dio, attribuirGli associati è un'enorme ingiustizia"
(31, 13)

La fede islamica è intrinsecamente collegata ed intrecciata con il buon comportamento. Il Profeta Muhammad saaws disse:
  • "Nessuno di voi è un vero credente finché non desideri per i suoi fratelli ciò che desidera per sé. Colui che mangia a sazietà mentre il suo vicino è senza cibo non è un credente."

  • "i segni dell'ipocrita sono tre: quando parla mente, quando promette non mantiene, e quando si ripone fiducia in lui tradisce."

La pratica religiosa ed il buon comportamento:

Il Profeta Muhammad saaws disse:

"In verità, il credente con le buone maniere raggiunge il grado di colui che digiuna il giorno e prega la notte"

Le pratiche religiose hanno lo scopo di migliorare il nostro comportamento:
  1. sulla Salat Allah swt dice:

    "In verità l'orazione (la Salat) preserva dalla turpitudine e da ciò che è riprovevole"
    (29,45)
  2. sulla Zakat dice:

    "Prendi dai loro beni una sadaqa con la quale tu li purifichi e li benedica, e prega per loro. Le tue preghiere sono un acquetamento per loro."
    (9, 103)
  3. sul digiuno il Profeta disse:

    "Allah non si cura dello smettere di mangiare e di bere di chi non cessa le menzogne e le diffamazioni"
  4. sul pellegrinaggio Allah swt dice:

    "Il pellegrinaggio avviene nei mesi ben noti. Chi decide di assolverlo, si astenga dai rapporti sessuali, dalla perversità e dai litigi durante il pellegrinaggio."
    (2, 197)
Essere dei buoni musulmani non significa quindi solo seguire dei precetti astratti, compiere le preghiere e digiunare Ramadan, ma osservare un cambiamento su se stessi e nel proprio comportamento indotto dalla fede e dalla pratica religiosa. Allah swt sottolinea bene questo concetto in tanti versetti coranici tra i quali ricordiamo il versetto 177 della seconda sura:

"La carità non consiste nel volgere i volti verso l'oriente e l'occidente, ma nel credere in Allah e nell'Ultimo Giorno, negli Angeli, nel Libro e nei Profeti e nel dare, dei propri beni, per amore Suo, ai parenti, agli orfani, ai poveri, ai viandanti diseredati, ai mendicanti e per liberare gli schiavi; assolvere l'orazione e pagare la decima. Coloro che sono pazienti nelle avversità e nelle ristrettezze, e nella guerra, ecco coloro che sono veritieri, ecco i timorati."
(2, 177)

CARTA DEI MUSULMANI D’EUROPA

All’inizio del 2000, la Federazione delle Organizzazioni Islamiche d’Europa (FOIE) aveva ritenuto necessaria la stesura di una Carta per i musulmani d’Europa che enunciasse i principi fondamentali per una buona comprensione dell’Islam e che illustrasse le basi dell’integrazione dei musulmani nell’ambito della cittadinanza.
La FOIE ha allora incaricato una commissione di preparare il progetto della Carta che è stata in seguito discussa dai vari organismi della FIOE. Nel gennaio 2002 il progetto è stato presentato a Bruxelles durante una riunione plenaria ai delegati di numerose associazioni islamiche europee.
In seguito a utili discussioni e tenendo conto delle proposte e dei suggerimenti, è stata adottata la presente versione finale che è stata firmata da associazioni musulmane di 28 Paesi europei.
La possibilità di sottoscrivere questa Carta rimane aperta a tutte le istituzioni che decidono di aderirvi.

Introduzione
Lo scopo di questa carta è di precisare un certo numero di principi fondamentali su cui si basa la comprensione comune dell’Islam nel contesto europeo e di consolidare le basi degli scambi positivi con la società.
Tra i principali motivi che rendono necessaria la stesura di questa carta:
  • Il contributo dell’Islam nell’arricchimento della civiltà europea contemporanea, la secolare presenza islamica in particolare nell’Europa orientale ed il fatto che i musulmani che vivono nell’Europa Occidentale vi si siano stabiliti in modo permanente, passando da una presenza temporanea di immigrati stranieri ad una residenza permanente rappresentata anche dalle nuove generazioni dei figli degli immigrati. L’Islam è diventata la seconda religione in numerosi Paesi europei, alcuni dei quali hanno stipulato delle intese con i suoi rappresentanti. In altri Paesi il riconoscimento formale da parte dello Stato è in corso.
  • La necessità di consolidare una cittadinanza fondata sulla giustizia, l’uguaglianza dei diritti ed il riconoscimento dei musulmani come comunità religiosa europea.
  • Il necessario avvicinamento tra i musulmani d’Europa al fine di accompagnare e di sostenere l’allargamento e lo sviluppo dell’Unione Europea.
  • La necessità di consolidare i valori del dialogo e della pace per il benessere della società, ed il rafforzamento dei valori della moderazione, del dialogo e degli scambi tra i popoli e le civiltà lontano da ogni forma di estremismo o di marginalizzazione.
  • L’importante ruolo dell’islam nel mondo con il suo bagaglio di spiritualità, umanità e civiltà   e la necessità di migliorare la cooperazione e l’avvicinamento tra il mondo islamico e l’Occidente in generale e con l’Europa in particolare al fine di promuovere la giustizia e la pace nel mondo.
Sulla comprensione dell’islam
  1. La nostra comprensione dell’islam poggia su principi fondamentali tratti dalle fonti principali dell’islam: il Corano e la Sunna (detti del Profeta), nel rispetto del consenso generale, del contesto attuale e delle specificità della realtà europea.
  2. La comprensione dello spirito autentico dell’islam si basa sul principio della wasatiya ( = moderazione ed equilibrio) che delinea gli scopi generali di questa religione. La giusta via di mezzo che non si riconosce né nell’eccesso né nella negligenza e che concilia la guida della Rivelazione con i lumi dell’intelletto e della ragione, che rispetta il giusto equilibrio tra i bisogni materiali dell’uomo e quelli spirituali e che concepisce la vita come l’armonia tra la ricerca dell’aldilà e l’impegno per il benessere nella vita terrena.
  3. L’islam, con i suoi principi, le sue regole ed i suoi valori si articola in tre ambiti:
    • La fede (i dogmi) con i suoi sei pilastri: credere in Dio, nei Suoi profeti, nei Suoi angeli, nei libri da Lui rivelati, nel giorno del giudizio, nel destino.
    • Le regole del comportamento islamico che riguardano sia il culto (il modo con cui il musulmano deve rapportarsi con Dio) che il modo con cui ci si deve comportare con le persone, nei differenti ambiti della vita quotidiana.
    • L’etica e la morale islamica, che dà indicazioni sulla via da seguire per il compimento del bene.
Questi tre ambiti sono interdipendenti e complementari e convergono verso un unico obiettivo che consiste nel ricercare e favorire tutto ciò che è utile e positivo e nel respingere tutto ciò che è nocivo e dannoso, nell’interesse dell’individuo e della collettività.
  1. Tra le caratteristiche generali dell’islam troviamo il pieno rispetto per l’umanità in generale, l’elasticità del suo sistema giuridico ed il rispetto del pluralismo; l’islam considera la diversità tra le persone qualche cosa di naturale.
  2. L’islam onora l’essere umano e lo considera vicario di Dio sulla Terra. Questa dignità è riconosciuta a tutti gli esseri umani, uomini o donne essi siano, senza distinzione alcuna. Il rispetto della dignità dell’uomo consiste anche nel proteggerlo da tutto ciò che può danneggiare la sua salute fisica e mentale, o da chi approfitta della sua debolezza per sfruttarlo o privarlo dei suoi diritti.
  3. L’islam accorda un’importanza particolare alla dimensione sociale ed invita alla misericordia, all’aiuto reciproco, alla solidarietà ed alla fraternità. Questi valori si ritrovano in particolare nei diritti dei genitori, dei parenti e dei vicini, dei poveri e dei bisognosi, degli ammalati e delle persone anziane, qualunque siano le loro fedi o origini.
  4. L’islam invita alla perfetta uguaglianza tra uomo e donna in quanto esseri umani, nel reciproco rispetto. Considera che la vita equilibrata si basa sulla complementarità e l’armonia tra l’uomo e la donna. Rinnega ogni idea o comportamento che sottovaluta la donna o che la priva dei suoi diritti, anche se purtroppo abitudini errate sono ancora presenti in certi ambienti musulmani. L’islam riconosce alla donna il suo ruolo insostituibile nella società e rifiuta ogni forma di sfruttamento della donna ed ogni comportamento atto a ridurla a semplice oggetto di piacere.
  5. L’islam considera la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo ed una donna il luogo naturale ed ideale per la crescita delle generazioni future, essa è anche fonte di felicità per l’individuo e di stabilità per la società. Per questo l’islam raccomanda di mettere in atto tutte le disposizioni ed i mezzi atti a consolidare la famiglia e a difenderla da tutto ciò che può indebolirla o di marginalizzare il suo ruolo.
  6. L’islam rispetta i diritti dell’uomo e richiama all’uguaglianza tra tutti gli esseri umani, rifiuta ogni forma di discriminazione razziale, proclama la libertà e condanna la costrizione nella religione garantendo ad ogni persona la libertà di credo. Allo stesso tempo, grazie alla sua visione equilibrata della libertà, l’islam raccomanda il rispetto dei valori morali e delle norme giuridiche, per evitare che questa libertà si trasformi in danno alle persone o ai beni.
  7. L’islam invita alla conoscenza reciproca tra le persone, al dialogo, alla collaborazione ed alla cooperazione tra i popoli e le nazioni, al fine di realizzare una migliore convivenza e di garantire la stabilità e la pace nel mondo. Il termine jihad citato nelle fonti islamiche significa sforzarsi per il bene, partendo dallo sforzo che l’individuo compie per migliorare se stesso, per comprendere anche la promozione del rispettato del diritto e della giustizia tra le persone. Il jihad inteso come scontro armato deve essere compreso come l’ultima soluzione a cui uno Stato può ricorrere per legittima difesa quando subisce un’aggressione armata. I principi dell’islam in questo ambito sono gli stessi sanciti dal diritto e dalle convenzioni internazionali.
    Partendo da questo presupposto, l’islam rifiuta e condanna fermamente ogni forma di violenza e di terrorismo, sostiene le cause giuste e riconosce alle persone il diritto di difendere i propri diritti con i mezzi previsti dalla legge, lontano da ogni parzialità o ingiustizia.
  8. L’islam raccomanda ai musulmani l’onestà ed il rispetto dei propri impegni e vieta loro il tradimento, la slealtà e l’imbroglio. Ordina di comportarsi nel migliore dei modi non solo con le persone bensì con tutte le altre creature.
  9. L’islam, partendo dal principio della shura (=consultazione, concertazione) e considerando i risultati raggiunti dall’esperienza umana nel campo della politica e della legislazione, riconosce i principi su cui si basa il sistema democratico che garantisce la libertà di scelta dei rappresentanti e delle istituzioni politiche, il rispetto del pluralismo e dell’alternanza pacifica al potere.
  10. L’islam raccomanda all’uomo di usufruire del patrimonio naturale che è stato messo a sua disposizione nel rispetto dell’ambiente dall’inquinamento e dal degrado. L’islam ordina di difendere l’ambiente da tutto ciò che può compromettere il suo equilibrio naturale e raccomanda la salvaguardia del patrimonio naturale e la protezione degli animali e vieta lo spreco e la dilapidazione dei beni.
La presenza islamica nella società
  • Principi che riguardano l’ambito islamico
  • Presupposti ed implicazioni della cittadinanza
  • L’apporto dei musulmani d’Europa
Principi che riguardano l’ambito islamico
  1. I musulmani d’Europa, nonostante le loro differenti origini etniche e culturali e la loro appartenenza a riti e a scuole di pensiero diverse, nel quadro dei valori fondamentali immutabili dell’islam, costituiscono un unico gruppo religioso unito dalla fratellanza nell’islam; allo stesso tempo i musulmani di ogni Stato Europeo sono legati tra di loro dall’appartenenza alla stessa entità nazionale. Ogni discriminazione su base etnica è contraria ai valori dell’islam che invita all’ unità.
  2. Considerando i principi della loro religione ed i loro comuni interessi,  i musulmani d’Europa sono invitati a far convergere i loro comuni intenti e a collaborare tra di loro, coordinando gli sforzi delle loro associazioni ed organizzazioni, senza che ciò intacchi il riconoscimento ed il rispetto della diversità che li caratterizza.
  3. I musulmani d’Europa oltre ad appartenere agli Stati Europei nei quali vivono e pur dando la priorità ai loro doveri di cittadini, si sentono parte dell’umma islamica. Il legame che unisce i musulmani d’Europa ai loro fratelli nel mondo, rientra nel quadro delle relazioni naturali tra membri di una stessa comunità. Questo legame può essere orientato per aiutare ad approfondire la comunicazione e rafforzare la collaborazione tra l’Europa ed il mondo islamico ed ampliare le vie della cooperazione tra i popoli e gli Stati del mondo.
Presupposti ed implicazioni della cittadinanza
  1. I musulmani d’Europa rispettano le leggi e le autorità dei rispettivi Stati, senza che ciò impedisca loro di difendere i loro diritti e di esprimere le loro opinioni e le loro posizioni sia a titolo individuale che collettivo, sia  per quanto li riguarda come comunità religiosa o che li riguarda più in generale come cittadini, così come previsto per tutti i cittadini. Per quanto riguarda le divergenze che possono sorgere tra alcune leggi e certi aspetti  particolari legati alla religione, i musulmani possono rivolgersi alle autorità competenti per trovare delle soluzioni che prendano in considerazione le loro necessità.
  2. I musulmani d’Europa rispettano il principio della laicità che si fonda sulla neutralità dello Stato rispetto alle religioni. Ciò implica un trattamento ed una relazione equa con tutte le religioni, e la possibilità per i fedeli di esprimere le loro convinzioni e di praticare il proprio culto sia nel pubblico che nel privato, individualmente o in modo congregazionale, conformemente a quanto previsto dalle dichiarazioni dei diritti dell’uomo e dalle convenzioni internazionali. Partendo da questo presupposto, i musulmani d’Europa, come comunità religiosa hanno il diritto di costruire le loro moschee, di creare le loro associazioni religiose, educative e sociali, di praticare il loro culto e i loro riti religiosi, e di rispettare le prescrizioni della loro religione nella loro vita quotidiana, sia per quanto riguarda la loro alimentazione, l’abbigliamento o altro.
  3. I musulmani d’Europa, in quanto musulmani e cittadini, sono convinti che sia loro dovere agire per il bene della collettività e per l’interesse della società in generale. Sono altresì convinti che così come è loro dovere impegnarsi e spendersi per compiere i loro doveri di cittadini, è loro dovere rivendicare i propri diritti. I principi fondamentali dell’islam prevedono che il cittadino musulmano debba essere attivo nella vita sociale, produttivo, benefico e altruista.
  4. I musulmani sono chiamati ad integrarsi in modo positivo nelle loro rispettive società, integrazione fondata su un equilibrio armonioso tra la conservazione della loro identità religiosa, ed i loro doveri di cittadini. Ogni integrazione che nega ai musulmani il diritto di salvaguardare la loro identità religiosa non serve né gli interessi dei musulmani né quelli delle società europee alle quali appartengono.
  5. La cittadinanza positiva comporta la partecipazione politica a cominciare dall’esercizio del diritto di voto e dall’interazione con i partiti politici. Per questo i musulmani partendo dal presupposto di una cittadinanza attiva, credono nella positività ed operano per un loro coinvolgimento nell’ambito politico in generale. Li incoraggia in questo senso l’apertura delle organizzazioni politiche verso tutte le componenti della società, apertura che comprende ed incanala tutte le potenzialità e le idee.
  6. I musulmani d’Europa vivono in società in cui convivono convinzioni religiose e filosofiche differenti, confermano il loro rispetto per questo pluralismo anche perché l’islam stesso riconosce e sancisce il diritto alla diversità e non cerca assolutamente di limitarlo ma al contrario invita alla conoscenza reciproca e alla collaborazione tra i membri della società.
L’apporto dei musulmani d’Europa
  1. L’ islam, con i suoi principi umanitari universali, crede nell’avvicinamento dei popoli nel rispetto dei loro diritti e delle loro specificità e nel rispetto delle regole di giustizia negli scambi e nella cooperazione tra le persone, rifiutando ogni forma di dominazione e di sfruttamento. Partendo da questo presupposto, i musulmani d’Europa considerano come loro dovere contribuire al consolidamento delle relazioni tra l’Europa ed il mondo islamico, e per raggiungere questo obiettivo è necessario liberarsi degli stereotipi riguardo all’Islam e all’occidente al fine di costruire delle basi solide per una migliore comunicazione tra i popoli e scambi fruttuosi tra le civiltà.
  2. L’Islam, con il suo bagaglio di valori umani e di civiltà può contribuire tramite la sua presenza in Europa, a consolidare il ruolo dei valori generali utili per le nostre società contemporanee, come i valori della giustizia, della libertà, della fratellanza, dell’uguaglianza, della solidarietà. Può inoltre contribuire a confermare gli aspetti umani e morali nel campo del progresso scientifico, tecnologico ed economico. Questo contributo avrà sicuramente dei benefici per tutti.
  3. La presenza dell’islam in Europa rappresenta un’opportunità per la realizzazione della conoscenza reciproca, della convivenza e del dialogo interreligioso, che l’islam incoraggia ed invita a promuovere, contribuendo a consolidare il cammino verso la pace nel mondo.
  4. I musulmani d’Europa rappresentano, grazie al patrimonio religioso e culturale che possiedono e grazie alla loro presenza nei diversi Stati, un fattore di sostegno e promozione degli sforzi di avvicinamento nell’ambito dell’Unione Europea. Ciò contribuirebbe a rendere l’Europa, anche grazie alle sue diverse e variegate componenti religiose e culturali, un importante polo di civiltà,  capace di ricoprire un ruolo di equilibrio tra le potenze mondiali.

“O uomini, vi abbiamo creato da un maschio e da una femmina e
abbiamo fatto di voi popoli e tribù affinché vi conosciate a vicenda” 
(Corano 49,13)

Fonte:  http://www.methaq.eu/about_it.html

lunedì 17 giugno 2013

Come prepararsi per Ramadan?

Ramadan è vicino. Quali sono i comportamenti che i musulmani possono adottare per prepararsi a questo mese sacro?

Ramadan è l'evento più propizio che si ripresenta ogni anno; ha lo scopo di aiutarci a fare l'inventario delle nostre vite, rinnovare la nostra fede, e darci la forza per onorare il nostro mandato divino sulla terra. Pertanto, se vogliamo beneficiare di Ramadan, dobbiamo prepararci ad accoglierlo bene, aprendo i nostri cuori e la nostra mente.
Lasciate che suggerisca alcuni consigli:
  1. Accogliamo Ramadan con un ardente fervore ed entusiasmo, aspettandoci di uscirne totalmente trasformati nel corpo, nella mente e nell'anima.

  2. Dobbiamo rafforzare noi stessi imparando tutto quello che possiamo riguardo alle precise regole e ai benefici del digiuno.

  3. Compiamo tutti gli atti di obbedienza essendo pienamente consapevoli della loro funzione principale e del loro significato. Sempre più spesso ci permettiamo di prendere questi rituali solo come meri atti meccanici col risultato che virtualmente non otteniamo da essi alcun beneficio spirituale o morale.

  4. Per ottenere il maggior guadagno dal digiuno, dobbiamo capire il suo vero spirito. L'unico modo per farlo è quello di non limitarsi solo all'astenersi dal cibo, dal bere e dal sesso, ma anche purificare le nostre menti, e i nostri cuori, così come gli occhi, le orecchie, le mani, la lingua e le altre parti del nostro corpo.

  5. Perciò, pratichiamo il digiuno del corpo, della mente, e dello spirito. Come diceva l'Imam Ghazali, la grande maggioranze della gente digiuna solo per modo di dire. Mentre si astengono dal mangiare, dal bere e dalla gratificazione sessuale, le loro menti, gli occhi, le orecchie, la lingua, e gli altri sensi banchettano con l'haram (questioni illecite).

  6. Dobbiamo abbracciare il vero spirito del digiuno com'è enfatizzato negli ahadith, ovvero dobbiamo cercare di essere caritatevoli e compassionevoli più che possiamo durante il mese di Ramadan, e dopo.

  7. Dovremmo rafforzare la nostra relazione con il Corano, infatti Ramadan è il mese del Corano.

  8. Dovremmo impegnarci nel dhikr ( il ricordo del nome di Dio) e sforzarci a farlo diventare la nostra seconda natura.

  9. Ultimo, ma non meno importante, dovremmo allargare la nostra comunità attraverso atti di carità e compassione e dare il più possibile una mano a chi è in difficoltà.
Preghiamo di finire Ramadan con una rinnovata fede, un impegno intensificato, e una connessione più forte con Allah.

Questa è la traduzione di una Fatwa presa dall'articolo "Frequently Asked Questions (FAQs) on Ramadhan and Fasting" dello Shaik Ahamad Kutty.

mercoledì 12 giugno 2013

Rispettare le donne - l’insegnamento del Profeta Muhammad (SAAS)


"Solo un uomo d’onore rispetta le donne; solo un uomo senza onore non rispetta le donne" 

così disse il profeta Muhammad SAAS che con il suo messaggio di misericordia si impegnò per liberare la donna.
In un mondo in cui la violenza contro le donne è in continua crescita e sta raggiungendo livelli allarmanti (e i musulmani non sono un’eccezione), vale la pena per tutti di riflettere sugli insegnamenti del Profeta Muhammad SAAS riguardo l’onorare le donne. Questo aiuterebbe i musulmani a prendersi la responsabilità di esaminare il proprio fallimento nel seguire l’esempio del loro maestro e modello di comportamento. Ma aiuterebbe anche i non musulmani a conoscere la misericordia di questo grande maestro, che spesso è frainteso. Ed io sono convinto che i musulmani stessi sono parzialmente responsabili per questo fraintendimento. Non serve essere musulmani per apprezzare il profeta dell’Islam per i suoi insegnamenti sull’onorare le donne.
Il Profeta Muhammad SAAS nacque in una società in cui le donne erano soggette a tanta violenza, che spesso prendeva la forma di infanticidio delle bambine. Le figlie erano considerate un peso e liberarsi di loro era, a volte, considerato una necessità, e lo facevano nel modo più violento: le seppellivano vive! È riportato che Omar, il secondo califfo, prima di abbracciare l’Islam avesse seppellito viva una delle sue figlie. Più tardi dopo essere diventato musulmano, lo si vedeva spesso versare lacrime quando ripensava a questo capitolo nero della sua vita! Come disse: 

“io stavo scavando la buca in cui seppellirla e lei toglieva la terra dalle mie guance.”

Le riforme profonde introdotte dal Profeta miravano ad eliminare ogni forma di brutalità contro le donne ed a far risaltare la dignità della donna. Persino le iniziali rivelazioni meccane tuonarono contro questo orribile crimine:

"quando la bambina sepolta viva verrà interrogata al fine di sapere per quale delitto è stata uccisa"
L'avvolgimento (al Takuyr), 8-9

Per raggiungere questo scopo, il Profeta affrontò la radice del problema: la misoginia. Considerava necessaria una trasformazione delle coscienze, per questo egli corresse le false credenze sull’origine dell’uomo e della donna. Mentre le culture predominanti dell’epoca si chiedevano se la donna avesse o meno un’anima, il Corano affermava:

"...temete il Signore che vi ha creati da una sola anima..."
Le Donne, 1

Avendo così stabilito l’unità del maschio e della femmina, e di conseguenza la loro interiore identità spirituale, l’Islam ha minato alla base ogni discriminazione basata sulla differenza dei sessi.
Inoltre Allah (SWT) ha affermato nel Corano in modo chiaro che Egli ricompensa ciascuna persona, maschio o femmina che sia, in modo uguale, stabilendo così il principio di uguali ricompense per opere uguali.
(si veda per esempio il versetto:

"A chiunque, maschio o femmina credente, compie un'opera buona, faremo vivere una buona vita e lo ricompenseremo, certo, in base alle sue azioni migliori"
Le Api, 97
oppure il versetto:

"Sì, i musulmani e le musulmane, i credenti e le credenti, gli oranti e le oranti, i veritieri e le veritiere, i perseveranti e le perseveranti, gli umili e le umili, i caritatevoli e le caritatevoli, quelli e quelle che sono temperanti, quelli e quelle sessualmente morigerati, quelli e quelle che rammemorano sovente Dio, a costoro Dio ha riservato indulgenza e una ricompensa magnifica"
I coalizzanti, 35
nota del traduttore)
Un’altra importante causa di misoginia era la storia della creazione, poiché Eva era vista come la principale responsabile del peccato originale. Il Corano rifiutò questo mito e spartì la colpa equamente tra Adamo ed Eva, e poi affermò che erano stati perdonati dopo essere tornati a Dio pentiti.
Dopo aver stabilito l’uguaglianza della donna con l’uomo, minando così la base della discriminazione, il Profeta SAAS cominciò a riformare le pratiche sociali prevalenti dell’epoca.

Donne come madri

Il versetto coranico:"e rispettate i grembi che vi hanno messo alla luce" (si riferisce al versetto 1 della sura 4 che in traduzione italiana troviamo come:

"E temete Dio - nel cui Nome inviate richieste - e le parentele"
Le Donne, 1

la parola ARHAM (plurale di rahim) in arabo vuol dire sia grembi sia legami di sangue e quindi parentele n.d.t.) è ripreso e rafforzato dalle parole del Profeta:

“Il Paradiso è sotto ai piedi delle madri”.

Quando uno venne dal Profeta SAAS e gli chiese: “Chi merita il mio trattamento migliore?” egli disse: “ tua madre”, l’uomo pose questa domanda per tre volte e il profeta diede ogni volta la stessa risposta. Quando la domanda fu posta la quarta volta il Profeta menzionò il padre.
Così come il profeta considerò un dovere fondamentale il debito di ciascuno verso la madre biologica, egli conservò un grandissimo rispetto per qualsiasi donna che ebbe cura di lui nella sua infanzia. Chiamava affettuosamente “mia madre dopo mia madre” Umm Ayman, che ebbe cura di lui dopo la morte di sua madre. Inoltre la sua straordinaria lealtà verso la sua madre per allattamento e per la famiglia di lei era conosciuta a tutti.

Donne come mogli

Il dovere verso la moglie è paragonabile a quello verso i genitori; per questo il profeta considerava la gentilezza verso la sposa come il vero segno caratteristico di un credente. (ricordiamo per esempio il hadith: “il migliore di voi è il migliore verso la propria sposa” n.d.t.)
L’amore del profeta per sua moglie Khadija era molto conosciuto. Lei è stata la sua devota moglie e il suo pilastro di sostegno nel periodo più difficile della sua missione profetica.
La lealtà del Profeta per Khadija è durata per tutta la sua vita. È stato più di dieci anni dopo la morte di lei che egli entrò vittorioso alla Mecca. Quando venne a sapere che la propria casa era stata occupata da suo cugino Aqeel (figlio di Abbas), non volle riaverla indietro da lui. Così si pose il problema di dove si sarebbe stabilito. La risposta del Profeta fu spontanea:

“piantate una tenda per me vicino alla tomba di Khadija, così posso condividere con lei la mia felicità come lei condivise con me i giorni di sofferenza!”

L’azione del profeta non era solo mera gestualità; al contrario era un riflesso del suo carattere genuino.
Il buon carattere per lui era indivisibile dalla fede. Egli disse:

“il perfetto credente è quello con il carattere più nobile. E quello con il miglior carattere è colui che tratta sua moglie col massimo affetto!”

Donne come figlie

Nel tempo in cui c’era discriminazione contro le figlie, il profeta bloccò tali pratiche discriminatorie e sottolineò più volte che la salvezza di una persona può dipendere dal trattamento delle figlie. Egli disse: 

“se uno cresce due o più figlie con amore, e le educa bene, loro saranno per lui uno scudo dall'inferno!” 
e disse anche,

“dovete essere equi nel trattare i vostri figli (senza alcuna distinzione di sesso)”;

 egli aggiunse anche:

“se mi fosse permesso favorire qualcuno, favorirei le figlie sui figli”

Vale la pena di osservare che quando Allah menziona il dono dei figli, Egli comincia con le femmine:

"A Dio la signoria dei cieli e della Terra. Egli crea ciò che vuole; Egli dà femmine a chi Egli vuole, dà maschi a chi Egli vuole"
La concertazione, 49

I musulmani devono riflettere sugli insegnamenti del Profeta riguardo l’onorare le donne. Questo secondo me è il primo passo verso una vera rinascita islamica.

Traduzione dell'articolo:
Honor Women-The Prophet's Legacy 
dello Shaikh Ahmad Kutty