(Maryam, 13)

Tenerezza da parte Nostra e purezza.

(Corano- Maryam, 13)

venerdì 31 maggio 2013

Riflessione sull'attentato di Boston: Sulla forza dell'educazione e del senso morale per combattere l'estremismo

Oltre a partecipare al cordoglio per le vittime di Boston e degli altri luoghi, non è sufficiente denunciare simili atti; non è nemmeno sufficiente affermare che l'Islam si oppone alla violenza. Dovremmo, piuttosto, fare un altro importante passo: Indirizzarci verso le principali cause di questa violenza e affrontarle, sia a livello locale che globale. Un'iniziativa del genere è a lungo termine, prendere delle misure preventive al fine di evitare che disastri simili a questo si ripetano in futuro.
Prima di iniziare a discuterne, comunque, lasciatemi illustrare il nostro piano d'azione. Dobbiamo osservare i nostri figli, e i giovani in generale, da vicino, in modo da tenerli lontani da ideologie dannose. Per fare effettivamente questo i genitori dovrebbero monitorare quello che i loro figli fanno quando sono on-line.
Come già detto da stimati imam, leaders e membri della comunità è necessario allertare le forze dell'ordine se sappiamo che qualcuno sta covando o progettando queste azioni. Inoltre, è un imperativo tenere le nostre moschee, istituzioni, classi, e la nostra comunità lontane da chi promuove e predica soluzioni estreme - in un modo o nell'altro.
Ma queste misure non sono dirette alla fonte della violenza. Per questo, dobbiamo essere disposti a pensare ad una soluzione a lungo termine e dare il via ad una riforma dell'educazione. Non possiamo ignorare il semplice fatto che ci sono molti predicatori ed insegnati del mondo musulmano che continuano a propagandare l'estremismo - prima o dopo, qualcuno potrebbe sbarcare in Canada (in Italia n.d.t.).
Non possiamo nemmeno dimenticare il contesto storico in cui queste ideologie politiche crescono e fioriscono. Sono state esacerbate dall'incredibile miseria, sofferenza, frustrazione e dalla disperazione che affliggono milioni di persone in paesi come Iraq, Afghanistan e Palestina come conseguenza della guerra d'occupazione, degli attacchi con i droni e dell insediamento (delle truppe straniere n.d.t.). Queste campagne hanno dato il risultato di devastare interi paesi, e causare la morte di migliaia di persone e di mutilarne un'altra infinità. Pertanto, era necessario che quelli in una posizione di potere o di influenza indirizzassero le persone verso una sorta di giustizia, in modo da compensare le vittime, e incentivare degli sforzi al fine di portare la giustizia e leggi per governare tutte le nostre relazioni.
Ad ogni modo, non possiamo dire che tutto quello che ha portato alla violenza nella comunità musulmana siano causato solo fattori esterni, ha molto a che fare anche con la nostra mancanza di una morale sana e tempra spirituale. E' un fatto innegabile che il nostro metodo formativo non pone abbastanza enfasi sul cambiamento del carattere; ma è più improntato a far conoscere i dogmi e le superficialità della religione che non a far cambiare il carattere di un individuo.
In assenza di un sistema educativo effettivamente improntato alla trasformazione del carattere e alla costruzione della personalità, alcuni dei nostri insegnanti e studiosi sfogano la loro rabbia e portano il loro pubblico su delle montagne russe emozionali elencando una sequela di lamentele. Non sorprende il fatto che una tale rabbia e e le emozioni trattenute poi sfocino in gesti violenti.
A questo proposito, ricordo un'intervista del Dr. Ali Jumu'ah, l'ex mufti dell Egitto. Quando gli chiesero perché c'era una tale diffusione di violenza nel mondo islamico commessa da Musulmani, lui chiese al giornalista:
"Ha trovato anche un solo laureato di Azhar[1] coinvolto in questo spargimento di sangue? Ci pensi, abbiamo non meno di venti milioni di laureati!"
E' un fatto noto tra gli studiosi che la mancanza di una buona conoscenza Islamica è stata una delle principali fonti dell'estremismo della nostra storia. Prendiamo il caso dei khawarij[2], che hanno causato cosi tanti atti sanguinosi. Il famoso Hasan al-Basari attribuiva le loro azioni alla mancanza di conoscenza; ha detto:
 "Quelli che agiscono senza conoscenza sicuramente causeranno più distruzione - sebbene loro credano di costruire!" 
E' il caso di ricordare che Hasan fu il mentore del pio califfo Umar ben Abd al-Aziz; è documentato che quest'ultimo portò la pace e la riconciliazione in un paese dilaniato dalla guerra - e tutto nel breve periodo di 30 mesi - attraverso il dialogo ed insegnando la vera conoscenza.
Non possiamo enfatizzare troppo il bisogno di una sana educazione e di senso morale come prima linea d'attacco contro l'estremismo.
E' ugualmente importante completare una moralità sana ed un educazione spirituale con modi creativi per responsabilizzare i giovani. Come, giustamente, diceva l'Imam Shafi:
"Se la mente non è focalizzata su scopi benefici e positivi, Satana l'occuperà con il suo lavoro."
Possiamo prendere ispirazione dal Profeta (saaws), istituendo un vero modo per dare più valore ai giovani. Lui non solo li guidava moralmente e spiritualmente, ma gli affidava anche delle grandi responsabilità. Ali, Usamah, Mu'ad ed altri erano tutti molto giovani quando si caricarono di pesanti compiti/responsabilità.
Esaminando più da vicino il metodo in cui il Profeta (saaws) preparava dei capi/delle guide, vediamo che egli non era mai restio del fare uso di ogni metodo possibile per dare più rilevanza alla gente: uomini, donne e giovani. Studi recenti hanno evidenziato l'importanza di guidare l'influenza sociale per portare a cambiamenti positivi della società. I musulmani, non dovrebbero quindi sottovalutare l'influenza sociale per compiere una trasformazione morale. Usare la forza dell'influenza sociale per apportare cambiamenti positivi alla società fungerà da antidoto contro il fatto che la gioventù possa essere influenzata dall'estremismo e della violenza.
In conclusione: al fine di contrastare il problema dell'estremismo che genera violenza, abbiamo bisogno di offrire delle soluzioni a lungo termine. Soluzioni con lo scopo principale di far nascere spirito morale e concetti spirituali, usando la forza dell'influenza sociale, e fare in modo che i giovani abbiano degli sfoghi creativi in cui incanalare le loro energie.

[1] l'università al-Azhar, situata al Cairo è una delle più importanti strutture volte all'insegnamento dell'Islam sunnita n.d.t.

[2] è un termine che generalmente indica i musulmani che inizialmente supportarono il califfo Ali ben Abu Talib (raa), genero e cugino del Profeta (saaws), ma che poi hanno rifiutato la sua guida. I khawarij sostengono che ogni musulmano può essere un capo per la comunità musulmana e che ha il diritto di insorgere contro ogni legge che devia dalla loro interpretazione dell'Islam n.d.t.

sabato 25 maggio 2013

Cos'è una Fatwa?

Negli ultimi anni il termine Fatwa (al plurale Fatawa) è stato ampiamente usato dai media, di solito per dire che che è stata emessa una sentenza di morte verso una o più  persone. Questo "limite" è dovuto ad una comprensione limitata del termine. L'ISCA (Islamic Supreme Council of America) invece propone la seguente spiegazione, per chiarire il vero significato del termine fatwa.

Per prima cosa, una fatwa non è una sentenza di morte o una dichiarazione di guerra. Una fatwa è una spiegazione della legge islamica, data da un esperto nella legge religiosa (Mufti), riguardo ad una questione specifica, normalmente su richiesta di una persona o di un giudice per risolvere un problema sul quale la giurisprudenza islamica (Fiqh) non è abbastanza chiara. Tipicamente, queste incertezze si verificano quando la società musulmana si trova ad affrontare nuove questioni - in aree in cui c'è un evoluzione nel tempo, come la tecnologia e la società che avanza.  Un esempio può essere la domanda: "Può un musulmano essere coinvolto  nella clonazione?".
 Potremmo paragonare una fatwa con la sentenza della corte di Cassazione (adattato all'Italia n.d.t.) o della corte Suprema, a seconda dell'autorità del Mufti che la fa. Ad ogni modo una fatwa non  è vincolante come il verdetto di un tribunale, una Qala (legge civile di uno stato islamico n.d.t.) può essere basata su una fatwa, ma si applica solo agli individui o gruppi nominati nella legge ed a nessun altro. Un legislatore può imporre la sua qala su tutto il suo popolo.
Sebbene al giorno d'oggi non ci sia un' autorità governativa islamica centrale - l'ultima è stata smantellata con il crollo del Impero Ottomano - ci sono degli standard generali per guadagnarsi l'autorità di dare fatwa. Questi criteri sono estremamente rigorosi e richiedono molti anni di allenamento e studio. La fatwa non si basa sulla volontà e sulle idee personali del mufti, ma viene redatta in accordo con i principi della legge islamica.
Per dare una fatwa autorizzata usando le proprie capacità di ragionamento, il mufti o il sapiente deve rispettare gli standard dell ijtihad (la capacità dei sapienti di derivare una regola della Shari'a dal Corano e dagli Ahadith n.d.t.). Questo è il criterio più importante nel dare una legge giuridica. In generale, significa essere capaci di distinguere tra la posizione delle altre scuole  e le prove che le supportano, e capire qual'è la più giusta in base alla forza o alla debolezza delle fonti.
L'Imam Shafii, fondatore di una delle quattro grandi scuole giuridiche, diceva:

Non è permesso a nessuno dare una spiegazione della Shari'a (fatwa), eccetto a chi conosce tutto il sacro Corano compreso quali versetti ne abrogano altri e quali versi questi abrogano, e quali versetti si somigliano tra di loro nel Corano e se una Sura è stata rivelata alla Mecca o a Medina. Deve conoscere l'intera raccolta degli Ahadith del Profeta (saaws), la grammatica e lo stile espressivo, ben conosciuto come poesia degli Arabi (all'epoca del Profeta (saaws) era usanza parlare in versi n.d.t.). In più dovrebbe conoscere la cultura di ogni diverso popolo della comunità che vive in nazioni differenti. Se una persona ha tutti questi attributi, allora può parlare di cos'è permesso (Halal) o proibito (Haram). Altrimenti non ha diritto di dare Fatwa.

Mentre nel passato c'erano diversi studiosi con la conoscenza necessaria per dare spiegazioni legali in modo indipendente, oggi non c'è nessuno di quel calibro. Chi ha raggiunto questo livello di conoscenza è ora conosciuto come Imam di una scuola giuridica (Imam Malik, Imam Hanifa, Imam Shafi, Imam Hanbal n.d.t.). Oggi, i sapienti basano il loro ragionamento seguendo quello dei loro predecessori (i quattro Imam delle scuole n.d.t.). Messa in pratica, questa limitazione non è restrittiva come può sembrare, per via della grande quantità di casi della legge islamica questo metodo facilita la ricerca, eccetto per i casi più astrusi.
Al contrario dei requisiti richiesti per il ragionamento indipendente, la qualifica di un sapiente per dare fatwa basandosi su dei precedenti è molto meno gravosa. Per questo un sapiente deve:
  • Conoscere i versetti del Corano inerenti alla spiegazione in questione,
  • Conoscere la ragione per cui quella spiegazione è legata a quei versetti - quando sono stati rivelati e il perché,
  • Riconoscere i versetti che sono di supporto e in contrasto con quella spiegazione,
  • Conoscere tutti gli ahadith inerenti a quella spiegazione e la correttezza della loro catena di trasmissione,
  • Avere familiarità con i precedenti legali riguardanti la questione, incluse le  obiezioni e i consensi che hanno ricevuto dai sapienti venuti prima di lui,
  • Conoscere la sintassi, la grammatica, la pronuncia, l'idioma, i casi speciali della lingua, i costumi e la cultura prevalenti al tempo del Profeta (saaws) e nelle successive due generazioni.
Succede spesso che sapienti differenti diano fatwa che si contraddicono o diverse tra loro. Questa divergenza di opinioni non è considerata un problema per l'Islam, infatti un detto ben conosciuto afferma che queste differenze tra i sapienti fanno parte dell'indulgenza di Dio, perché tengono conto delle condizioni differenti e del temperamento differente delle persone.
Nelle nazioni che osservano la legge islamica, le fatawa vengono ben discusse ed esaminate prima di renderle pubbliche. Vengono confermate con il consenso generale, che è dato dal consiglio religioso supremo dello stato. In questi casi le fatawa raramente sono in contraddizione tra loro e hanno il potere di legge esecutiva. Se due fatawa si contraddicono l'una con l'altra, l'autorità normativa (che spesso combina assieme legge civile con legge religiosa) stabilisce un compromesso. Diversamente da quanto appena detto nella tradizione Shiita ogni musulmano deve scegliere un unico mufti, da seguire in ogni aspetto della legge religiosa.
Nei paesi che non riconoscono la legge islamica, i musulmani che si imbattono in fatawa discordanti dovrebbero seguire quella del sapiente che segue la loro stessa tradizione religiosa (ad esempio se un musulmano malikita si trova a dover scegliere tra una fatwa data da un sapiente della scuola Hanafita e una di un sapiente della scuola Malikita, allora dovrebbe preferire la fatwa della scuola Malikita n.d.t.). Se due Mufti che seguono la stessa scuola arrivato a dare delle fatawa che si contraddicono, allora il musulmano dovrà sceglierne una delle due (e seguire sempre quella, non si può cambiare la fatwa da seguire a seconda delle occasioni n.d.t.). Tuttavia nella pratica non è strettamente necessario seguire una particolare scuola giuridica (anche se è preferibile, perché alcuni ahadith possono essere considerati forti da una scuola e deboli da un altra n.d.t.).
Questi sono i requisiti necessari ad un sapiente o leader religioso per dare una fatwa che sia riconosciuta dalla legge islamica. Avendo stabilito questo, non possiamo considerare le fatawa date da militanti, incluse tutte quelle che abbiamo letto negli anni passati, di alcun valore. Ancora, i media di tutto il mondo ci hanno ripetutamente presentato casi in cui il tal terrorista musulmano usa una fatwa allo scopo di dichiarare guerra e di annunciare un'altra azione violenta.
In ogni modo, a meno che chi da la spiegazione non conosca estremamente bene e non sia ben preparato nella giurisprudenza islamica, come esprimono i punti visti sopra, non ha alcun autorità di dare fatwa. Il Profeta Muhammad (saaws) ha detto:

"Chiunque dia fatwa senza la conoscenza, verrà maledetto dagli angeli del paradiso e della terra.".

Inoltre, anche se dovesse essere così ben qualificato, la fatwa rimane non vincolante, ed è applicata solo a quelli che scelgono di accettarla e desiderano rispettarla/applicarla.
Che un individuo non qualificato e non autorizzato dia una nuova fatwa è inammissibile e proibito per l'Islam. Ovviamente riportare la spiegazione di un sapiente qualificato è permesso, purché sia trasmessa senza cambiarne il contesto o le parole. Le fatawa di individui non qualificati sono considerate "nulle e senza valore", come diceva Umar (raa), il secondo califfo dopo il Profeta (saaws).

Il precedente testo è la traduzione dell'articolo "What is a Fatwa?" di Shaikh Muhammad Hisham Kabbani.

mercoledì 1 maggio 2013

I Cinque Pilastri dell'Islam

Nel post precedente abbiamo presentato i sei pilastri della fede. Ora tratteremo brevemente i cinque pilastri dell'Islam.
Ne "I Sei Pilastri della Fede" abbiamo riportato il famoso Hadith di Jibril, in cui l'angelo, sotto spoglie umane, pone alcune domande a Muhammad (saaws) tra cui: che cos'è l'Islam? Il Profeta (saaws) rispose:

... l'Islam è che tu testimoni che non c'è altro dio che Allah e che Muhammad è il messaggero di Allah; che tu compia la preghiera rituale, versi la zakat, digiuni nel mese di Ramadan e faccia il pellegrinaggio alla Casa (La Kaaba, la sacra casa di Allah ), se ne hai la possibilità (Possibilità fisica e materiale)...

Inoltre al-Bukhari e Muslim hanno riportato anche il seguente Hadith:

Abu Abdulrahman Abdullah figlio di Omar ibn al-Khattab (Allah si compiaccia di lui) riferisce:
Ho sentito dire dal Messaggero di Allah (pace su di lui):
"L'Islam poggia su cinque pilastri: la testimonianza che non c'è altro dio che Allah e che Muhammad è il messaggero di Allah, il compimento della preghiera rituale, il versamento della Zakat, il pellegrinaggio alla Casa e il digiuno nel mese di Ramadan."
riferito da al-Bukhari e Muslim

Queste cinque pratiche religiose sono talmente importanti che il Messaggero di Allah (saaws) ha detto che l'Islam poggia su di esse (da cui il termine Pilastri). Possiamo dunque dire che se manca uno dei pilastri il nostro Islam crolla: come una casa non può stare in piedi senza pilastri anche il nostro Islam interiore non può rimanere "vivo" se non compiamo queste azioni. Abbiamo quindi che le pratiche "obbligatorie" per essere un Musulmano sono queste cinque. Chi non le compie senza una ragione valida (ad esempio per malattia, o perché è in mezzo ad una guerra, o più in generale perché fare una di queste cose mette in pericolo la nostra vita, o quella di chi ci sta vicino o dipende da noi) non può essere chiamato musulmano ortodosso.
Vediamo ora di capire meglio questi cinque pilastri, come si svolgono e se possibile anche il loro significato.
  1. La Professione di Fede o Al-Shahadah: La parola Shahadah in arabo deriva dal radicale sh. h. d., e dal verbo shahida. Questo verbo ha diversi significati, i più significativi sono vederedichiararetestimoniare provare (nel senso di affermare l'autenticità di un qualcosa). La Shahadah è il primo passo per affermare di essere musulmani. Una volta scelto l'Islam come la vera fede dire la testimonianza di fede non è altro che affermare questa scelta davanti a se stessi e davanti ad Allah (swt). Un requisito necessario al fine di fare la Shahadah corretta è  l'aver fatto la purificazione maggiore (Ghusul o grande Wudu). Quando una persona crede nell'unicità di Dio e nell'ultima Sua Rivelazione, essa è musulmana agli occhi di Dio. Non è quindi necessario che ci siano testimoni quando si pronuncia la Shahadah, né è un requisito quello di farlo in una moschea. La conversione all'Islam ha però dei risvolti nella vita di tutti i giorni soprattutto per quanto riguarda il matrimonio, l'eredità, il pellegrinaggio e la sepoltura. Diventa quindi necessario far sapere alla comunità che si è musulmani. Per questo serve fare la Shahadah davanti a due probi musulmani che facciano da testimoni ufficializzando così il proprio ingresso nella comunità musulmana. La Shahada consiste nel pronunciare la frase:

    أشهد أن لا إله إلا الله وأشهد أن محمدا رسول الله

    Ašhadu an la ilàha illa Allàh - wa ašhadu anna Muhammadan Rasùl Allàh

    che in italiano significa:

    Testimonio che non c'è divinità se non Dio (Allàh) e testimonio che Muhammad è il suo Messaggero.

    E' molto importante porre l'attenzione sul significato della parola Allah. Molti non musulmani credono che Allah sia il nome proprio di Dio, ma in realtà non è così. Secondo l'Islam Dio ha molti nomi, 99 a noi conosciuti e molti altri a noi sconosciuti. Allah è uno dei 99 nomi, e in italiano ha il significato di "il Dio" oppure "l'unico Dio".
    Nel caso di un Cristiano che si converta all'Islam, oltre alla formula canonica della Shahadah sopra riportata è preferibile che reciti anche le seguenti due testimonianze:

    وأشهد أن المسيح عيسى عبد الله ورسوله وكلمته وروح منه وأشهد أن مريم أمة الله وصديقة

    wa Ash-hadu Anna-lMasiha ‘Eesaa 'abdu-llahi wa rasuluhu wa Kalimatuhu wa Roohun Minhu wa Ash-hadu anna Maryama amatu-llahi wa siddiqah

    e testimonio che il Messia 'Isa (Gesù) è servo di Dio, Suo messaggero, una Sua parola e uno spirito da Lui proveniente e testimonio che Maria è serva di Dio e veritiera.

    Quest'aggiunta è molto importante perché chi la pronuncia afferma che ha smesso di credere nel fatto che Gesù sia il figlio di Dio, sia pari a Dio, o che faccia parte di tre (cioè nega la trinità). Testimonia poi di non credere più in Maria come Madre di Dio o come figura che intercede presso Dio e a cui rivolgere preghiere. Viene messo l'accento su questi punti perché rappresentano la principale differenza tra la fede islamica e quella cristiana. Maria e Gesù sono due figure importantissime nell'Islam: Gesù (saaws), come Muhammad (saaws), è servo di Dio e uno dei messaggeri più importanti. Maria è stata una donna molto pia, devota e veritiera. 

    O genti del Libro, non esagerate nella vostra religione, e su Dio dite solo la verità. Il Messia Gesù figlio di Maria è un messaggero di Dio, Sua parola che gettò in Maria, e Spirito da Lui. Credete in Dio e nei Suoi messaggeri. Non dite «Tre»; desistete. Certo sarà meglio per voi. Dio è unico. Avrebbe un figlio? A Lui appartiene ciò che è nei cieli e sulla terra, e Dio è sufficiente come protettore. Mai il Messia troverà indegno di essere un servo di Dio, e neppure gli Angeli più vicini. E quelli che trovano indegno adorarLo e si gonfiano d'orgoglio...li condurrà tutti davanti a Sè.
    Le Donne, 171-172

    Il Messia, figlio di Maria, non era che un messaggero. Altri messaggeri erano venuti prima di lui, e sua madre era una veritiera. Entrambi consumavano cibo. Vedi come Noi spieghiamo loro i Segni, e poi vedi come se ne allontanano.
    La Tavola, 75

    E Maria, figlia di  Îmrân, che preservò la sua vulva. Noi abbiamo insufflato in lei del nostro Spirito; ella dichiarò veridiche le Parole del Signore e i Suoi Libri; e fu devota.
    Il Divieto, 12

     Ma né Gesù, né Maria, nè Muhammad possono essere adorati al posto di Dio, o essere posti al Suo livello. L'Islam si basa sul "puro monoteismo" (tawhid) e dare degli associati a Dio è considerato il più grave dei peccati. Chi associa eguali a Dio non ha compreso lo spirito dell'Islam.

  2. La Preghiera rituale o Salah: La parola araba Salah deriva dalla radice s. l. w. che ha come possibili significati: benedizione, seguire da vicino, rimanere legato, essere in contatto o contattare. Sapere queste cose ci fa capire che la Salah è il modo principale con cui adoriamo Dio, tant'è vero che, se non compiamo la Salah, nel giorno del giudizio tutte le altre buone azioni da noi fatte non verranno contate. La Salah è anche il nostro modo per avvicinarci a Dio, per rimanere in contatto con Lui. Fare 5 preghiere al giorno è il nostro modo per rimanere "attaccati" a Dio, il modo per rafforzare la fede e aiutarci a fare cose che per i non musulmani possono risultare impraticabili (ad esempio digiunare). Secondo un Hadith la differenza tra un musulmano e un non musulmano è la preghiera:

    Il nobile Profeta (saaws) disse:  "Le buone azioni di una persona che, senza un motivo valido non offre le sue preghiere entro la sua morte (non inizia a pregare prima di morire n.d.t.), sono annullate. Egli disse anche:"La differenza tra un credente e un non credente è la preghiera."
    The Noble Prophet (peace be upon him and his progeny) has said: “The good deeds of one who, without any appropriate excuse does not offer his prayer until its time passes away, are annulled.”  He then said: “The divide between a believer and disbelief is the abandonment of prayers.”
    Biharul Anwar, Volume 82, Page 202

    Il nobile Profeta (saaws) disse: "Il nome di chi abbandona le sue preghiere  intenzionalmente è scritto sulla porta dell'inferno nel quale lui dovrà entrare (se non inizierà a pregare n.d.t.)".
    The Noble Prophet (peace be upon him and his progeny) has said: “The name of one who forsakes his prayer intentionally is written upon The door of Hell from which he shall (eventually) enter.”
    Kanzul `Ummal, Volume 7, Tradition 19090

  3. Il versamento della Zakat: In arabo زكاة‎, che significa "ciò che purifica". La Zakat è la quota di ricchezza che un musulmano praticante deve pagare per "purificare" le proprie ricchezze e poterne usufruire poi in modo lecito. La Zakat si calcola sul denaro (sulle ricchezze in generale) che una persona ha messo da parte e che ha tenuto per un anno, in parole povere è la ricchezza che non si usa per vivere cioè quella che non viene usata ma solo tenuta da parte. Per esempio se una donna ha dei gioielli d'oro che usa per adornarsi la Zakat non verrà pagata su quelli, se invece ha dei gioielli che non usa ma tiene da parte allora ogni anno dovrà pagare la Zakat su di essi. La Zakat è una specie di elemosina obbligatoria, va infatti data a chi ne ha bisogno, non è una tassa da pagare al governo ma una cosa da dare per opere di beneficenza. Se nel vostro paese stanno costruendo una moschea è possibile dare la Zakat per i lavori di costruzione.

  4. Digiuno nel mese di Ramadan: Ramadan è il nome del nono mese del calendario islamico (collegato al ciclo lunare) e ha una durata di 29 o 30 giorni. Il digiuno (in arabo Sawm) consiste nell'astenersi dal bere, mangiare, avere rapporti sessuali (anche tra coniugi), fumare, dall'alba al tramonto. Durante il digiuno è importantissimo cercare di comportarsi al meglio: oltre ad astenersi dal cibo si dovrebbe cercare di fare la preghiera in orario, non spettegolare, insomma avere un buon comportamento. Un musulmano dovrebbe comportarsi così tutto l'anno ma durante i giorni di digiuno è molto più importante.
     Chi è impossibilitato a digiunare, per via di una malattia o perché in viaggio, può astenersene salvo poi recuperare i giorni persi appena possibile. Anche per le donne incinte o in allattamento è permesso non digiunare. I malati cronici che quindi sono impossibilitati a recuperare i giorni perduti, devono dar da mangiare un pasto ad un povero per ogni giorno di Ramadan.

  5. Pellegrinaggio alla Kaaba o Hajj: Il pellegrinaggio è obbligatorio una volta nella vita per ogni musulmano, uomo e donna, in grado di soddisfare delle condizioni e dei requisiti ben precisi, quali l'essere sani di mente, in buona salute, l'avere le risorse economiche e sia garantita la sicurezza nel viaggio. Per risorse finanziarie si intende essere in grado non solo di pagare il viaggio e la permanenza nei luoghi sacri, ma anche di sostenere adeguatamente la propria famiglia durante l'assenza:

     Là sono i segni evidenti , dove stette Abramo; e chiunque vi entra è sicuro. Incombe agli esseri umani compiere per Dio il pellegrinaggio alla Casa, per colui che è in grado di compierlo. E chiunque non crede, ebbene: Dio può fare a meno dei mondi.
    La Famiglia di Îmrân, 97

    L'obbligo del Pellegrinaggio cade se non sono soddisfatte tali condizioni. Il Pellegrinaggio, in arabo al-Hajj, significa "lasciare la propria dimora per uno scopo specifico". In questo caso, "lo scopo specifico" si riferisce al Pellegrinaggio alla Mecca, nel periodo per il Hajj, ossia i giorni che vanno dall'8 al 13 di Dhul hijjah (il mese del pellegrinaggio, il dodicesimo mese del calendario islamico).
    Al-Hajj rappresenta una manifestazione di adorazione nella sua forma più elevata, nello spirito di sottomissione totale a Dio. Il Profeta ha detto:

    "Coloro che compiono il Hajj o la ‘Umrah sono delle genti venute a rendere visita a Dio (cioè, sono venute con l’unica intenzione di pregare Dio). Se essi L’implorano, Egli risponderà loro. Se essi Gli chiedono misericordia, Egli perdonerà loro."

    Il Pellegrinaggio unisce musulmani da tutto il mondo che accorrono e compiono i riti insieme, allo scopo di glorificare Dio. Il Pellegrinaggio insegna che tutti gli uomini sono uguali davanti a Dio indipendentemente da ciò che gli distingue come l'età, il sesso, il colore della pelle, la lingua o lo stato sociale.