(Maryam, 13)

Tenerezza da parte Nostra e purezza.

(Corano- Maryam, 13)

giovedì 22 agosto 2013

Lasciar crescere la barba nell'Islam

Traduzione del capitolo "Letting the Beard Grow" (Lasciar crescere la barba) del libro "The Lawful and the Proibited" (Il lecito e l’illecito) di Yusuf al Qaradawi, che spiega in modo specifico la questione della barba.

Al Bukhari ha riportato, sotto l'autorità di Ibn'Umar, che il Profeta (pace e benedizione su di lui) ha detto: "Siate differenti dai politeisti: lasciate crescere la barba e accorciate i baffi.".
In questo caso lo scopo, come dice il Hadith stesso, é quello di essere differenti dai politeisti, che nel caso citato erano i Zoroastriani, gli adoratori del fuoco, che usavano tagliare e radere la barba. La direttiva del Profeta (pace e benedizione su di lui) riguardo a differenziarsi da loro aveva lo scopo di aiutare i musulmani a sviluppare una loro personalità indipendente, diversi nella loro realtà più intima come nell’aspetto esteriore, nella sostanza come nella forma.
Allo stesso tempo, radere la barba è un affronto alla natura maschile , in quanto é un tentativo di imitare le donne, quando invece la barba è parte integrante della natura del uomo e una caratteristica distintiva del sesso maschile.
Ad ogni modo lasciar crescere la barba non significa lasciarla crescere incolta o così lunga da farla diventare una seccatura. Un uomo deve sicuramente regolarla in lunghezza e in larghezza. Questo é quanto è stato raccomandato in un Hadith riportato da At-Tirmidhi, inoltre si sa che le prime generazioni di musulmani facevano così. 'Ayyad[1] disse: "É makruh (riprovevole) rasare la barba, tagliarla o accorciarla drasticamente, ma è mustahabb (raccomandabile) rimuoverne una parte se la sua lunghezza o la sua larghezza diventano troppo grandi.”.
Abu Shamad ha dato voce all’obbiezione: “Alcune persone hanno iniziato a radersi la barba, ed è un passo ancora più in là rispetto ai Zoroastriani, che avevano l’abitudine solo di tagliarla.”[2]. Secondo il mio punto di vista è spiacevole che al giorno d’oggi la maggioranza dei musulmani si rasi la barba con l’intento di imitare (assomigliare) alle persone straniere che hanno occupato la loro terra. E’ un fatto disgraziato quello che i colonizzati imitino sempre i colonizzatori. Nel presente i musulmani ignorano il comando del Profeta sul fatto di differenziarsi dai miscredenti e di evitare di imitarli. In verità “chiunque imita un popolo, è uno di loro.”[3].
Un gran numero di giuristi considera il radere la barba haram, basandosi sull’ordine del Profeta (Su di lui la Pace). L’indicazione di far crescere la barba lo rende un obbligo, specialmente perché ha lo scopo di differenziarsi dai non musulmani, in quanto mantenere questa distinzione dai non credenti è un obbligo per i musulmani.
Non si hanno prove che qualcuno dei musulmani delle prime generazioni abbia mai trasgredito a questo obbligo. Ad ogni modo alcuni dei moderni studiosi permettono di tagliare la barba sull’onda degli eventi e in risposta all'opinione pubblica, argomentando che far crescere la barba fosse una preferenza personale del Profeta (su di lui la Pace) non collegata alla pratica religiosa, e che quindi può non essere seguita. Ma la verità è che far crescere la barba è richiesto non perché lo faceva il Profeta ma perché lui lo ha esplicitamente ordinato in modo da mantenere una distinzione dai non credenti. Ibn Taymiyah ha argomentato in modo convincente che fare in modo che i musulmani si distinguessero dai non musulmani fosse lo scopo del Legislatore, la somiglianza in apparenza produce amore, amicizia, e affinità dei sentimenti, proprio come l’amore del cuore produce la somiglianza dell’aspetto esteriore. Quest’affermazione è nata dall’esperienze e dall’osservazione.
Ibn Taymiyah disse:
“Il Corano, la Sunna, e l’unanimità dei sapienti musulmani insegnano tutti che i musulmani devono distinguersi dai non credenti e in generale devono evitare di somigliarli. Ogni cosa che è probabile possa causare corruzione in modo nascosto e diffuso riguardo a questa questione è allo stesso modo proibito.
Imitare l’aspetto dei non credenti porterà anche ad imitarne i comportamenti immorali e le cattive qualità – in vero, anche le loro credenze.
Queste influenze non possono essere tenute sotto controllo e nemmeno essere scovate facilmente , e quindi diventa difficile o perfino impossibile estirparle . Perciò qualsiasi cosa sia una causa di corruzione è stata proibita dal Legislatore.”
[4].
Abbiamo, quindi, visto che ci sono tre opinioni diverse riguardo al radere la barba: prima, che è haram, questa è l’opinione di Ibn Tamiyah ed altri; seconda, che è makruh, questa è l’opinione di ‘Ayyad (come è menzionato in Fath al-Bari) ma di nessun altro; terza, che è permesso, questa è l’opinione di alcuni studiosi moderni. Forse la seconda opinione, ossia che è makruh, è la più vicina alla verità e la più moderata. Come abbiamo visto, lasciar crescere la barba ha lo scopo di distinguersi dai non credenti, è simile al fatto di tingere i capelli bianchi in modo da distinguersi dagli Ebrei e dai Cristiani, si sa che alcuni dei compagni del Profeta non si tingevano i capelli bianchi, il che indica che è raccomandabile piuttosto che obbligatorio. Similmente, far crescere la barba può essere considerato raccomandabile ma non obbligatorio, e di conseguenza, radersi sarà considerato makruh piuttosto che haram.
E’ vero che nessuno dei compagni è conosciuto per aver tagliato la barba. Ma forse, non c’era necessità di tagliarla, e forse lasciarla crescere era una consuetudine (moda) tra di loro.

[1]Un autore del dodicesimo secolo conosciuto per un famoso libro sulle qualità del Profeta (Pace e benedizione su di lui).
[2] Fath al-Bari, nel capitolo intitolato “Lasciar crescere la barba”.
[3] Un Hadith narrato da Abu Dawud sotto l’autorità di Ibn ‘Umar.
[4] Vedere Iqtida’ as-Sirat ad-Mustaquim.

martedì 6 agosto 2013

Ramadan, il mese del digiuno

Digiunare Ramadan (siyamu Ramadan) è uno dei cinque pilastri dell’Islam. Ramadan è il nome del nono mese del calendario islamico ed essendo un mese lunare ha una durata di 29 o 30 giorni.
Con digiunare (siyàm o sawm) nell’Islam si intende astenersi dal mangiare, dal bere e dall’avere rapporti sessuali (e in generale da tutti gli invalidanti del digiuno) dall’alba fino al tramonto con l’intenzione di adorare Dio.

I pilastri del digiuno sono due:
  1. L’intenzione (anniyyah): come qualsiasi tipo di adorazione anche il digiuno deve essere fatto con intenzione. Allah SWT infatti dice:
    "eppure non ricevettero altro comando che adorare Allah, tributandoGli un culto esclusivo e sincero"
     (La Prova 98,  5) 
    e il profeta Muhammad SAAWS disse:
    "Le azioni valgono secondo le intenzioni ed ogni uomo avrà secondo il suo intento"
    riferito da Imam Bukhari e Imam Muslim

  2. L’astensione da tutti gli invalidanti del digiuno dall’alba fino al tramonto, Allah SWT disse:
    "Nelle notti del digiuno vi è stato permesso di accostarvi alle vostre donne; esse sono una veste per voi e voi siete una veste per loro. Allah sa come ingannavate voi stessi. Ha accettato il vostro pentimento e vi ha perdonati. Frequentatele dunque e cercate quello che Allah vi ha concesso. Mangiate e bevete finché, all'alba, possiate distinguere il filo bianco dal filo nero; quindi digiunate fino a sera." 
    (La Giovenca 2, 187)
    Sia il Corano che la Sunnah stabiliscono l’obbligatorietà del digiuno:
    Allah SWT dice:
    "O voi che credete, vi è prescritto il digiuno come era stato prescritto a coloro che vi hanno preceduto. Forse diverrete timorati; [digiunerete] per un determinato numero di giorni. Chi però è malato o è in viaggio, digiuni in seguito altrettanti giorni. Ma per coloro che [a stento] potrebbero sopportarlo, c'è un'espiazione (fidyah): il nutrimento di un povero. E se qualcuno dà di più, è un bene per lui. Ma è meglio per voi digiunare, se lo sapeste!"
    (La Giovenca 2, 183-184)
    E il Profeta Muhammad SAAWS disse:
    Abu Abdulrahman Abdullah figlio di Omar ibn al-Khattab (Allah si compiaccia di lui) riferisce:
    Ho sentito dire dal Messaggero di Allah (pace su di lui):
    "L'Islam poggia su cinque pilastri: la testimonianza che non c'è altro dio che Allah e che Muhammad è il messaggero di Allah, il compimento della preghiera rituale, il versamento della Zakat, il pellegrinaggio alla Casa e il digiuno nel mese di Ramadan."
    riferito da al-Bukhari e Muslim

Chi è tenuto a digiunare?

 Il digiuno del mese di Ramadan è un obbligo per chiunque sia:
  1. Musulmano
  2. Maggiorenne (ovvero che abbia superato la pubertà)
  3. Cosciente e sano di mente: il digiuno non è prescritto per chi non è sano di mente perché non è consapevole delle proprie azioni. Il Profeta Muhammad SAAWS disse:
    "il calamo è sollevato per tre gruppi (di persone) – ovvero non sono responsabili delle proprie azioni – l’insano finché non guarisce, chi dorme finché non si sveglia, il bambino finché non raggiunge la pubertà"
     riportato da Ahmad, Abu Dawud e At-Tirmidhi.
  4. In grado di fare il digiuno; le persone non in grado di digiunare si dividono in due gruppi: chi è impossibilitato temporaneamente a digiunare e chi in modo permanente. Entrambi hanno il permesso di mangiare, ma il primo deve recuperare il giorno o i giorni persi dopo Ramadan, quando si sarà ripreso. Chi invece è impossibilitato a digiunare, ma non c’è speranza che si riprenda in futuro (come chi non è in grado di digiunare per vecchiaia o per malattie croniche) deve pagare un pasto ad un povero per ogni giorno di Ramadan che non ha digiunato. Questa espiazione si chiama fidyah.
  5. Sedentario (non in viaggio): chi è in viaggio ha il permesso di saltare il digiuno se il viaggio presenta delle difficoltà. E’ comunque preferibile che digiuni se il viaggio non presenta grandi difficoltà. Se dovesse mangiare è tenuto a recuperare i giorni persi dopo Ramadan. A chi gli chiese del digiuno nel viaggio il Profeta rispose:
     "se vuoi digiuna o se preferisci mangia"
    (riportato da Imam Bukhari)
  6.  In stato di purità: ovvero non essere nel periodo del ciclo mestruale (haidh) o di puerperio (nifas)

Peculiarità di Ramadan

Ramadan è un mese pieno di grazie e di misericordia, è un periodo di intensa spiritualità per tutta la comunità islamica. L’Inviato di Dio disse:
"Quando arriva il Ramadan vengono aperte le porte del Paradiso, e chiuse quelle del Fuoco, e i demoni vengono legati."
Chi digiuna deve impegnarsi il più possibile a mantenere una buona condotta, a non nutrire cattivi pensieri, ad evitare i litigi ed a non calunniare né mentire. Il digiuno del mese di Ramadan insegna la carità e la compassione verso i poveri perché fa provare anche ai ricchi i morsi della fame e la sete.
Abu Hurairah ha riportato che il Messaggero di Allah saaws disse:
" Iddio Potente e Glorioso ha detto: "Ogni azione del figlio di Adamo gli appartiene, eccetto il digiuno, che appartiene a Me, ed Io ne dò ricompensa;" il digiuno è un’armatura, e quando sia giorno di digiuno per uno di voi, non nutra propositi osceni né vociferi, e se qualcuno lo ingiuria o lo combatte, dica: 'Sto digiunando'; e per Colui nella Cui Mano è l’anima di Muhammad, l’alito cattivo che promana dalla bocca di colui che sta digiunando è migliore davanti a Dio del profumo del muschio. Chi digiuna ha due motivi di cui rallegrarsi: si rallegra quando lo rompe, e si rallegrerà del digiuno fatto quando incontrerà il suo Signore." 
Riportato da Ahmad, an-Nasa’i e Muslim
L’Inviato di Dio disse:
"Non vi è servo che digiuni un giorno sulla via di Dio, senza che per quel giorno Iddio gli tenga lontano il volto dal Fuoco per settanta annate".
Abu Hurairah riporta che il Profeta Muhammad saaws disse:
"A chi digiuna il mese di Ramadan con fede e chiedendo la ricompensa di Allah saranno perdonati tutti i peccati precedentemente commessi".
Riportato da Ahmad.
Ramadan è reso doppiamente sacro dall’Islàm per il fatto che è:
"Il mese in cui fu rivelato il Corano come guida per gli uomini e prova chiara di retta direzione e salvezza" 
(La Giovenca 2, 185) 
in una delle ultime notti del mese, detta Lailatu l-Qadr (notte del destino):
"Invero lo abbiamo fatto scendere nella Notte del Destino." 
(Il Destino 97,  1) 

Gli invalidanti del digiuno (mufsidàt assiyàm):
  1.  Mangiare o bere volontariamente invalida il digiuno, perchè Allah SWT disse:
    "Mangiate e bevete finché, all'alba, possiate distinguere il filo bianco dal filo nero; quindi digiunate fino a sera."
    (La Giovenca 2,187).
    E’ valido invece il digiuno di chi mangia e beve involontariamente (cioè per dimenticanza, errore o costrizione) purché riprenda il digiuno subito dopo aver preso coscienza di tale rottura. Il Profeta Muhammad SAAWS disse infatti:
    "chiunque dimenticandosi di essere a digiuno mangia e beve completi il proprio digiuno, è stato Allah che l’ha saziato e dissetato"
     (riportato da al Bukhari e Muslim).
  2. Avere rapporti intimi invalida il digiuno. Chi cade in questo grave peccato deve recuperare il giorno di digiuno e fare la kaffara (espiazione) che consiste in liberare un schiavo o digiunare due mesi consecutivi o dare un pasto a 60 poveri.
  3. Rimettere volontariamente invalida il digiuno mentre vomitare involontariamente no.
  4. Perdita di sangue del ciclo (haidh) o del puerperio (nifas)
  5. Intenzione di rompere il digiuno: se durante il giorno di digiuno una persona ha l’intenzione di rompere il digiuno, il suo digiuno è invalidato anche se non dovesse mangiare né bere niente.
  6. Conversione dall’Islam a un’altra religione, perché il digiuno è un obbligo solo per i musulmani.

Alcuni post con delle fatawa riguardanti Ramadan:



Alcune risposte sul digiuno di Ramadan e sul digiuno volontario (nafl)

É permesso lavarsi, fare la doccia, nuotare o immergersi in acqua durante il digiuno?
È permesso fare tutte queste cose fintanto che si ha cura di non inghiottire l’acqua e di non permettere all’acqua di entrare nel nostro sistema (digerente).
In un autentico hadith ‘Aisha, l’amata moglie del Profeta (su di lui la pace), riporta che a volte il Profeta si svegliava in stato di janabah (durante in mese di Ramadhan) e che
“si lavava e poi continuava il digiuno”.
(hadith trasmesso da ‘Aisha e riportato da An-Nasa’i)
L’Imam Al-Bukhari cita un hadith riportato da Anas ibn Malik, uno dei compagni del Profeta (su di lui la pace), in cui il Profeta dice:
“ho una cisterna piena d’acqua in cui mi immergo durante il digiuno per rinfrescarmi”.
(citato da Al-Bukhari nel suo Sahih)

É permesso non digiunare a chi viaggia molto per lavoro? Come deve recuperare i giorni non digiunati? Deve pagare la fidyah invece di recuperare i giorni non digiunati?
Allah ha concesso al viaggiatore il permesso di non digiunare con la condizione di recuperare in futuro i giorni in cui ha mangiato.
Per cui, coloro che viaggiano spesso possono saltare il digiuno, ma poi in futuro devono recuperare i giorni persi. Sulla questione di chi considerare viaggiatore, la maggior parte dei sapienti sono del parere che è viaggiatore chiunque viaggi per più di ottantatre chilometri. Tuttavia, l’Imam Ibn Taymiyya dice che questo dipende dall’accezione comune; per cui, una persona può essere considerata viaggiatore in una società dove i mezzi di trasporto sono estremamente primitivi, mentre può non essere considerata tale in una città moderna con i più recenti mezzi di trasporto. Questo significa che uno che percorre con un treno veloce la distanza menzionata prima può non essere considerato un viaggiatore.
È sempre bene tenere questo in considerazione. Tuttavia, secondo me è ugualmente importante far notare che per coloro che fanno tali lavori sarebbe meglio digiunare, se questo per loro è più semplice che dover recuperare più tardi – anche se avrebbero il permesso di mangiare se decidono di recuperare più avanti.
Quando concedeva questo permesso Allah disse:
“...Allah vi vuole facilitare e non procurarvi disagio, affinché completiate il numero dei giorni e proclamiate la grandezza di Allah Che vi ha guidato...”
(La Giovenca 2, 185)
Inoltre ci sono dei precedenti nella sunnah e nella pratica del Profeta e dei suoi compagni
“nessuno di noi digiunava a parte il Profeta (pace su di lui) e Abd-Allah Ibn Rawahah”
(hadith trasmesso da Abu Ad-Darda’ e riportato da Muslim)
Il Profeta disse a un suo compagno che gli aveva detto di non trovare alcuna difficoltà a digiunare
“digiuna se scegli così e interrompi se così è stato scelto”
(trasmesso da ‘Aisha e riportato da Muslim).
Inoltre se il viaggio non costituisce alcuna difficoltà è meglio per la persona digiunare durante il Ramadhan che in altri periodi perché la benedizione di Ramadhan è insuperabile.

Ci sono persone che digiunano ma non pregano. Il loro digiuno verrà accettato?
As-Salah è il pilastro fondamentale dell’Islam; è il segno della fede e la chiave del paradiso. Per cui è impossibile esagerare l’importanza della Salah nell’Islam. Leggiamo nel Corano:
"[saranno] nei Giardini e si interpelleranno a vicenda a proposito dei colpevoli: “Cosa mai vi ha condotti al Calore che brucia?”. Risponderanno: “Non eravamo tra coloro che eseguivamo l'orazione, né nutrivamo il povero, e chiacchieravamo vanamente con i chiacchieroni e tacciavamo di menzogna il Giorno del Giudizio, finché non ci pervenne la certezza”."
(L'avvolto nel mantello 74, 40-47)
Per questo nessun musulmano può permettersi di trascurare la salah senza mettere in pericolo la propria salvezza. Il Profeta (pace su di lui) sottolineò l’importanza della salah quando disse:
“Il patto che c’è tra noi e loro è la salah; chiunque la abbandoni è colpevole di inosservanza dell’accordo”
(riportato da ibn al-Qayyim in as-Salah wa hukmu tarikiha)
Alcuni sapienti dicono che chi non prega è un infedele; tuttavia la maggioranza lo considera un infedele solo se ritiene che sia permesso abbandonare la preghiera. Per cui se uno non prega per pigrizia, ma è consapevole della sua importanza, è ancora considerato musulmano, anche se un musulmano peccatore, e il suo digiuno è accettato. Egli è come un qualsiasi altro musulmano che ha commesso un grave peccato.

Ho avuto un sogno bagnato (eiaculazione durante il sonno) durante il digiuno. Questo invalida il mio digiuno?
Avere una polluzione notturna non invalida il tuo digiuno. Il tuo digiuno è rotto solo se hai eiaculato per un'azione volontaria o se vi è stato un pensiero da parte tua. Siccome non hai alcun controllo suoi tuoi sogni mentre dormi, questo non affligge la validità del tuo digiuno.
Ad ogni modo lascia che ti ricordi che ( in caso di un eiaculazione durante il sonno) è necessario che tu faccia il ghusl per poter fare la salah.

Ho sentito che se si digiunano sei giorni nafl (opzionali) subito dopo Ramadan. sarai ricompensato come se avessi digiunato per l'intero anno. Ho iniziato a digiunare questi giorni, ma alcune persone mi hanno detto che che si deve fermarsi per tre giorni per celebrare l'Eid e poi iniziare i sei giorni. Ho anche letto in un libro che che se non si digiuna il giorno dopo l'Eid i digiuno opzionale non sarà accettato. Qual'è la cosa giusta da fare? E anche, questi giorni devono essere consecutivi?
E' certamente sbagliato dire che una persona deve festeggiare 'Eidul Fitr per tre giorni. Questo non è corretto, perché 'eidul fitr si festeggia solo un giorno. I sei giorni di Shawwal in cui si digiuna possono iniziare subito dopo l'eid: cioè dal secondo giorno di Shawwal. (Il fatto che se non si digiuno il giorno dopo 'eid  allora i giorni di digiuno facoltativi non saranno accettati n.d.r.) E' infatti, la posizione di molti sapienti. Il Profeta (pace e benedizione su di lui) ha detto:
"Chiunque digiuni Ramadan, e a seguire digiuna sei giorni di Shawwal, è come se avesse digiunato per l'anno intero"
(Riportato da Tirmidhi, Nasa'i e altri sotto l'autorità Abu Ayyub al-Ansari).
Ma ci sono anche dei sapienti che non considerano necessario iniziare il digiuno sunnah di shawwal subito dopo 'eidul fitr. Seguendo la loro opinione, una persona può digiunare i sei giorni di Shawwal quando vuole. In altre parole, non è necessario digiunare per sei giorni consecutivi. Ma, questi sei giorni di digiuno devono essere completati prima della fine del mese.
Entrambe le posizioni riportate sopra sono state trasmesse da autorità del fiqh attendibili. E quindi è semplicemente una questione di interpretazione. Siccome non c'è niente nelle fonti che affermi esplicitamente  che i sei giorni di digiuno opzionali che si debbano fare immediatamente dopo 'eid o che debbano essere fatti di seguito, è una questione che deve essere giudicata come una cosa flessibile.

Riguardo al digiuno sunnah, supponiamo che una persona si svegli dopo che è passata l'ora del fajr, e che non avesse l'intenzione di digiunare prima di andare a letto la notte prima. E non ha ancora ne mangiato ne bevuto niente. Può quindi iniziare il suo digiuno?
La comunità dei sapienti è divisa riguardo a questa questione. Secondo l'Imam Malik, l'intenzione (niyyah) di digiunare deve essere espressa durante la notte prima del digiuno; e quindi dovrebbe essere formulata prima dell'arrivo del Fajr. L'Imam Malik non fa distinzione tra il digiuno obbligatorio e quello non obbligatorio, riguardo alla formulazione della niyyah.
Invece, secondo l'Imam Abu Hanifah e l' Imama Shafi', non è necessario esprimere la niyyah prima del Fajr nel caso del digiuno Nafl (non obbligatorio). E quindi, una persona può scegliere di osservare il digiuno di quel giorno (dopo il Fajr), fino a quando non ha mangiato (o bevuto n.d.t.) niente, anche se non ha espresso l'intenzione di farlo la notte prima.
Quest'opinione si basa su un detto del Profeta (pace e benedizione su si lui) autentico. Così riporta l'Imam Muslim sotto l'autorità di A'isha:
Una volta il Profeta (bace e benedizione su di lui) tornò a casa chiedendo, "Avete qualcosa da mangiare?", e lei rispose "Oh Messaggero di Allah! Non abbiamo niente.", e quindi egli disse "Bene, in questo caso, per oggi digiunerò!" 
Alla luce di quanto visto sopra, è lecito per noi digiunare anche se la notte precedente non avevamo intenzione di farlo. Quest'elasticità, ad ogni modo, si limita al digiuno nafl; per quanto riguarda il digiuno fard (obbligatorio), una persona dovrebbe aver formulato la niyyah di digiunare per l'intero mese all'inizio di Ramadan  o, ed è anche meglio, farlo tutte le notti prima del digiuno.

Queste domande sono state tradotte dell'articolo "Frequently asked questions (FAQs) on Ramadhan and fasting" dello Shaikh Ahmad Kutty



Domanda sul calendario dei mesi lunari, in particolare Ramdan per i benefici del digiuno e Shawwal per i benefici di rompere il digiuno, e cosa ha a che fare l'astronomia con questa questione.
Il consiglio ha esaminato la mappe e dibattuto su questa questione a lungo e nei dettagli, raggiungendo la seguente soluzione:
L'inizio di Ramadan e Shawwal si decide tramite la vista (della luna crescente n.d.t.), sia ad occhio nudo sia tramite i mezzi degli osservatori, se fatto in un paese islamico tramite mezzi sicuramente leciti, in accordo con quello che dice il santo Profeta nel Hadith:
"Quando la vedete (la luna crescente) iniziate il digiuno e quando la vedete ancora rompete il vostro digiuno"
e in un altro
"Digiunate quando la vedete (la luna crescente) e rompete il digiuno quando la vedete (la luna crescente)".
Questa è una condizione che i rigidi calcoli scientifici astronomici non contraddicono, infatti lasciano la possibilità di un tale avvistamento in un qualsiasi paese. Se questi calcoli possono escludere la possibilità di un avvistamento, anche, gli avvistamenti delle persone possono essere rigettati e rifiutati, se c'è la possibilità di incappare in un errore, nell'immaginazione o perfino in affermazioni false. Inoltre la testimonianza di chi ha osservato il fatto è sempre affetta da un imperfezione, mentre i calcoli astronomici sono certi ed inequivocabili, e i sapienti hanno concordato che quello che è imperfetto non può superare quello che è sicuramente solido e sicuro.
Il consiglio afferma inoltre che tramite dei calcoli astronomici, non significa che si fa riferimento alla proibita ed illecita astrologia, e nemmeno si riferisce ai vari calendari che si sono diffusi nei paesi islamici, come molti potrebbero credere. Piuttosto, intendiamo calcoli astronomici, i frutti della scienza moderna dell'Astronomia che è costruita su solide basi aritmetiche e scientifiche, che è progredita enormemente ed ha aiutato gli uomini a raggiungere la luna ed altri pianeti, e nella quale gli scienziati musulmani di tutto il mondo hanno eccelso.

Fatwa presa dalla prima raccolta di Fatwa dell'European Council for Fatwa and Research.