(Maryam, 13)

Tenerezza da parte Nostra e purezza.

(Corano- Maryam, 13)

giovedì 22 agosto 2013

Lasciar crescere la barba nell'Islam

Traduzione del capitolo "Letting the Beard Grow" (Lasciar crescere la barba) del libro "The Lawful and the Proibited" (Il lecito e l’illecito) di Yusuf al Qaradawi, che spiega in modo specifico la questione della barba.

Al Bukhari ha riportato, sotto l'autorità di Ibn'Umar, che il Profeta (pace e benedizione su di lui) ha detto: "Siate differenti dai politeisti: lasciate crescere la barba e accorciate i baffi.".
In questo caso lo scopo, come dice il Hadith stesso, é quello di essere differenti dai politeisti, che nel caso citato erano i Zoroastriani, gli adoratori del fuoco, che usavano tagliare e radere la barba. La direttiva del Profeta (pace e benedizione su di lui) riguardo a differenziarsi da loro aveva lo scopo di aiutare i musulmani a sviluppare una loro personalità indipendente, diversi nella loro realtà più intima come nell’aspetto esteriore, nella sostanza come nella forma.
Allo stesso tempo, radere la barba è un affronto alla natura maschile , in quanto é un tentativo di imitare le donne, quando invece la barba è parte integrante della natura del uomo e una caratteristica distintiva del sesso maschile.
Ad ogni modo lasciar crescere la barba non significa lasciarla crescere incolta o così lunga da farla diventare una seccatura. Un uomo deve sicuramente regolarla in lunghezza e in larghezza. Questo é quanto è stato raccomandato in un Hadith riportato da At-Tirmidhi, inoltre si sa che le prime generazioni di musulmani facevano così. 'Ayyad[1] disse: "É makruh (riprovevole) rasare la barba, tagliarla o accorciarla drasticamente, ma è mustahabb (raccomandabile) rimuoverne una parte se la sua lunghezza o la sua larghezza diventano troppo grandi.”.
Abu Shamad ha dato voce all’obbiezione: “Alcune persone hanno iniziato a radersi la barba, ed è un passo ancora più in là rispetto ai Zoroastriani, che avevano l’abitudine solo di tagliarla.”[2]. Secondo il mio punto di vista è spiacevole che al giorno d’oggi la maggioranza dei musulmani si rasi la barba con l’intento di imitare (assomigliare) alle persone straniere che hanno occupato la loro terra. E’ un fatto disgraziato quello che i colonizzati imitino sempre i colonizzatori. Nel presente i musulmani ignorano il comando del Profeta sul fatto di differenziarsi dai miscredenti e di evitare di imitarli. In verità “chiunque imita un popolo, è uno di loro.”[3].
Un gran numero di giuristi considera il radere la barba haram, basandosi sull’ordine del Profeta (Su di lui la Pace). L’indicazione di far crescere la barba lo rende un obbligo, specialmente perché ha lo scopo di differenziarsi dai non musulmani, in quanto mantenere questa distinzione dai non credenti è un obbligo per i musulmani.
Non si hanno prove che qualcuno dei musulmani delle prime generazioni abbia mai trasgredito a questo obbligo. Ad ogni modo alcuni dei moderni studiosi permettono di tagliare la barba sull’onda degli eventi e in risposta all'opinione pubblica, argomentando che far crescere la barba fosse una preferenza personale del Profeta (su di lui la Pace) non collegata alla pratica religiosa, e che quindi può non essere seguita. Ma la verità è che far crescere la barba è richiesto non perché lo faceva il Profeta ma perché lui lo ha esplicitamente ordinato in modo da mantenere una distinzione dai non credenti. Ibn Taymiyah ha argomentato in modo convincente che fare in modo che i musulmani si distinguessero dai non musulmani fosse lo scopo del Legislatore, la somiglianza in apparenza produce amore, amicizia, e affinità dei sentimenti, proprio come l’amore del cuore produce la somiglianza dell’aspetto esteriore. Quest’affermazione è nata dall’esperienze e dall’osservazione.
Ibn Taymiyah disse:
“Il Corano, la Sunna, e l’unanimità dei sapienti musulmani insegnano tutti che i musulmani devono distinguersi dai non credenti e in generale devono evitare di somigliarli. Ogni cosa che è probabile possa causare corruzione in modo nascosto e diffuso riguardo a questa questione è allo stesso modo proibito.
Imitare l’aspetto dei non credenti porterà anche ad imitarne i comportamenti immorali e le cattive qualità – in vero, anche le loro credenze.
Queste influenze non possono essere tenute sotto controllo e nemmeno essere scovate facilmente , e quindi diventa difficile o perfino impossibile estirparle . Perciò qualsiasi cosa sia una causa di corruzione è stata proibita dal Legislatore.”
[4].
Abbiamo, quindi, visto che ci sono tre opinioni diverse riguardo al radere la barba: prima, che è haram, questa è l’opinione di Ibn Tamiyah ed altri; seconda, che è makruh, questa è l’opinione di ‘Ayyad (come è menzionato in Fath al-Bari) ma di nessun altro; terza, che è permesso, questa è l’opinione di alcuni studiosi moderni. Forse la seconda opinione, ossia che è makruh, è la più vicina alla verità e la più moderata. Come abbiamo visto, lasciar crescere la barba ha lo scopo di distinguersi dai non credenti, è simile al fatto di tingere i capelli bianchi in modo da distinguersi dagli Ebrei e dai Cristiani, si sa che alcuni dei compagni del Profeta non si tingevano i capelli bianchi, il che indica che è raccomandabile piuttosto che obbligatorio. Similmente, far crescere la barba può essere considerato raccomandabile ma non obbligatorio, e di conseguenza, radersi sarà considerato makruh piuttosto che haram.
E’ vero che nessuno dei compagni è conosciuto per aver tagliato la barba. Ma forse, non c’era necessità di tagliarla, e forse lasciarla crescere era una consuetudine (moda) tra di loro.

[1]Un autore del dodicesimo secolo conosciuto per un famoso libro sulle qualità del Profeta (Pace e benedizione su di lui).
[2] Fath al-Bari, nel capitolo intitolato “Lasciar crescere la barba”.
[3] Un Hadith narrato da Abu Dawud sotto l’autorità di Ibn ‘Umar.
[4] Vedere Iqtida’ as-Sirat ad-Mustaquim.

Nessun commento:

Posta un commento