(Maryam, 13)

Tenerezza da parte Nostra e purezza.

(Corano- Maryam, 13)

mercoledì 1 maggio 2013

I Cinque Pilastri dell'Islam

Nel post precedente abbiamo presentato i sei pilastri della fede. Ora tratteremo brevemente i cinque pilastri dell'Islam.
Ne "I Sei Pilastri della Fede" abbiamo riportato il famoso Hadith di Jibril, in cui l'angelo, sotto spoglie umane, pone alcune domande a Muhammad (saaws) tra cui: che cos'è l'Islam? Il Profeta (saaws) rispose:

... l'Islam è che tu testimoni che non c'è altro dio che Allah e che Muhammad è il messaggero di Allah; che tu compia la preghiera rituale, versi la zakat, digiuni nel mese di Ramadan e faccia il pellegrinaggio alla Casa (La Kaaba, la sacra casa di Allah ), se ne hai la possibilità (Possibilità fisica e materiale)...

Inoltre al-Bukhari e Muslim hanno riportato anche il seguente Hadith:

Abu Abdulrahman Abdullah figlio di Omar ibn al-Khattab (Allah si compiaccia di lui) riferisce:
Ho sentito dire dal Messaggero di Allah (pace su di lui):
"L'Islam poggia su cinque pilastri: la testimonianza che non c'è altro dio che Allah e che Muhammad è il messaggero di Allah, il compimento della preghiera rituale, il versamento della Zakat, il pellegrinaggio alla Casa e il digiuno nel mese di Ramadan."
riferito da al-Bukhari e Muslim

Queste cinque pratiche religiose sono talmente importanti che il Messaggero di Allah (saaws) ha detto che l'Islam poggia su di esse (da cui il termine Pilastri). Possiamo dunque dire che se manca uno dei pilastri il nostro Islam crolla: come una casa non può stare in piedi senza pilastri anche il nostro Islam interiore non può rimanere "vivo" se non compiamo queste azioni. Abbiamo quindi che le pratiche "obbligatorie" per essere un Musulmano sono queste cinque. Chi non le compie senza una ragione valida (ad esempio per malattia, o perché è in mezzo ad una guerra, o più in generale perché fare una di queste cose mette in pericolo la nostra vita, o quella di chi ci sta vicino o dipende da noi) non può essere chiamato musulmano ortodosso.
Vediamo ora di capire meglio questi cinque pilastri, come si svolgono e se possibile anche il loro significato.
  1. La Professione di Fede o Al-Shahadah: La parola Shahadah in arabo deriva dal radicale sh. h. d., e dal verbo shahida. Questo verbo ha diversi significati, i più significativi sono vederedichiararetestimoniare provare (nel senso di affermare l'autenticità di un qualcosa). La Shahadah è il primo passo per affermare di essere musulmani. Una volta scelto l'Islam come la vera fede dire la testimonianza di fede non è altro che affermare questa scelta davanti a se stessi e davanti ad Allah (swt). Un requisito necessario al fine di fare la Shahadah corretta è  l'aver fatto la purificazione maggiore (Ghusul o grande Wudu). Quando una persona crede nell'unicità di Dio e nell'ultima Sua Rivelazione, essa è musulmana agli occhi di Dio. Non è quindi necessario che ci siano testimoni quando si pronuncia la Shahadah, né è un requisito quello di farlo in una moschea. La conversione all'Islam ha però dei risvolti nella vita di tutti i giorni soprattutto per quanto riguarda il matrimonio, l'eredità, il pellegrinaggio e la sepoltura. Diventa quindi necessario far sapere alla comunità che si è musulmani. Per questo serve fare la Shahadah davanti a due probi musulmani che facciano da testimoni ufficializzando così il proprio ingresso nella comunità musulmana. La Shahada consiste nel pronunciare la frase:

    أشهد أن لا إله إلا الله وأشهد أن محمدا رسول الله

    Ašhadu an la ilàha illa Allàh - wa ašhadu anna Muhammadan Rasùl Allàh

    che in italiano significa:

    Testimonio che non c'è divinità se non Dio (Allàh) e testimonio che Muhammad è il suo Messaggero.

    E' molto importante porre l'attenzione sul significato della parola Allah. Molti non musulmani credono che Allah sia il nome proprio di Dio, ma in realtà non è così. Secondo l'Islam Dio ha molti nomi, 99 a noi conosciuti e molti altri a noi sconosciuti. Allah è uno dei 99 nomi, e in italiano ha il significato di "il Dio" oppure "l'unico Dio".
    Nel caso di un Cristiano che si converta all'Islam, oltre alla formula canonica della Shahadah sopra riportata è preferibile che reciti anche le seguenti due testimonianze:

    وأشهد أن المسيح عيسى عبد الله ورسوله وكلمته وروح منه وأشهد أن مريم أمة الله وصديقة

    wa Ash-hadu Anna-lMasiha ‘Eesaa 'abdu-llahi wa rasuluhu wa Kalimatuhu wa Roohun Minhu wa Ash-hadu anna Maryama amatu-llahi wa siddiqah

    e testimonio che il Messia 'Isa (Gesù) è servo di Dio, Suo messaggero, una Sua parola e uno spirito da Lui proveniente e testimonio che Maria è serva di Dio e veritiera.

    Quest'aggiunta è molto importante perché chi la pronuncia afferma che ha smesso di credere nel fatto che Gesù sia il figlio di Dio, sia pari a Dio, o che faccia parte di tre (cioè nega la trinità). Testimonia poi di non credere più in Maria come Madre di Dio o come figura che intercede presso Dio e a cui rivolgere preghiere. Viene messo l'accento su questi punti perché rappresentano la principale differenza tra la fede islamica e quella cristiana. Maria e Gesù sono due figure importantissime nell'Islam: Gesù (saaws), come Muhammad (saaws), è servo di Dio e uno dei messaggeri più importanti. Maria è stata una donna molto pia, devota e veritiera. 

    O genti del Libro, non esagerate nella vostra religione, e su Dio dite solo la verità. Il Messia Gesù figlio di Maria è un messaggero di Dio, Sua parola che gettò in Maria, e Spirito da Lui. Credete in Dio e nei Suoi messaggeri. Non dite «Tre»; desistete. Certo sarà meglio per voi. Dio è unico. Avrebbe un figlio? A Lui appartiene ciò che è nei cieli e sulla terra, e Dio è sufficiente come protettore. Mai il Messia troverà indegno di essere un servo di Dio, e neppure gli Angeli più vicini. E quelli che trovano indegno adorarLo e si gonfiano d'orgoglio...li condurrà tutti davanti a Sè.
    Le Donne, 171-172

    Il Messia, figlio di Maria, non era che un messaggero. Altri messaggeri erano venuti prima di lui, e sua madre era una veritiera. Entrambi consumavano cibo. Vedi come Noi spieghiamo loro i Segni, e poi vedi come se ne allontanano.
    La Tavola, 75

    E Maria, figlia di  Îmrân, che preservò la sua vulva. Noi abbiamo insufflato in lei del nostro Spirito; ella dichiarò veridiche le Parole del Signore e i Suoi Libri; e fu devota.
    Il Divieto, 12

     Ma né Gesù, né Maria, nè Muhammad possono essere adorati al posto di Dio, o essere posti al Suo livello. L'Islam si basa sul "puro monoteismo" (tawhid) e dare degli associati a Dio è considerato il più grave dei peccati. Chi associa eguali a Dio non ha compreso lo spirito dell'Islam.

  2. La Preghiera rituale o Salah: La parola araba Salah deriva dalla radice s. l. w. che ha come possibili significati: benedizione, seguire da vicino, rimanere legato, essere in contatto o contattare. Sapere queste cose ci fa capire che la Salah è il modo principale con cui adoriamo Dio, tant'è vero che, se non compiamo la Salah, nel giorno del giudizio tutte le altre buone azioni da noi fatte non verranno contate. La Salah è anche il nostro modo per avvicinarci a Dio, per rimanere in contatto con Lui. Fare 5 preghiere al giorno è il nostro modo per rimanere "attaccati" a Dio, il modo per rafforzare la fede e aiutarci a fare cose che per i non musulmani possono risultare impraticabili (ad esempio digiunare). Secondo un Hadith la differenza tra un musulmano e un non musulmano è la preghiera:

    Il nobile Profeta (saaws) disse:  "Le buone azioni di una persona che, senza un motivo valido non offre le sue preghiere entro la sua morte (non inizia a pregare prima di morire n.d.t.), sono annullate. Egli disse anche:"La differenza tra un credente e un non credente è la preghiera."
    The Noble Prophet (peace be upon him and his progeny) has said: “The good deeds of one who, without any appropriate excuse does not offer his prayer until its time passes away, are annulled.”  He then said: “The divide between a believer and disbelief is the abandonment of prayers.”
    Biharul Anwar, Volume 82, Page 202

    Il nobile Profeta (saaws) disse: "Il nome di chi abbandona le sue preghiere  intenzionalmente è scritto sulla porta dell'inferno nel quale lui dovrà entrare (se non inizierà a pregare n.d.t.)".
    The Noble Prophet (peace be upon him and his progeny) has said: “The name of one who forsakes his prayer intentionally is written upon The door of Hell from which he shall (eventually) enter.”
    Kanzul `Ummal, Volume 7, Tradition 19090

  3. Il versamento della Zakat: In arabo زكاة‎, che significa "ciò che purifica". La Zakat è la quota di ricchezza che un musulmano praticante deve pagare per "purificare" le proprie ricchezze e poterne usufruire poi in modo lecito. La Zakat si calcola sul denaro (sulle ricchezze in generale) che una persona ha messo da parte e che ha tenuto per un anno, in parole povere è la ricchezza che non si usa per vivere cioè quella che non viene usata ma solo tenuta da parte. Per esempio se una donna ha dei gioielli d'oro che usa per adornarsi la Zakat non verrà pagata su quelli, se invece ha dei gioielli che non usa ma tiene da parte allora ogni anno dovrà pagare la Zakat su di essi. La Zakat è una specie di elemosina obbligatoria, va infatti data a chi ne ha bisogno, non è una tassa da pagare al governo ma una cosa da dare per opere di beneficenza. Se nel vostro paese stanno costruendo una moschea è possibile dare la Zakat per i lavori di costruzione.

  4. Digiuno nel mese di Ramadan: Ramadan è il nome del nono mese del calendario islamico (collegato al ciclo lunare) e ha una durata di 29 o 30 giorni. Il digiuno (in arabo Sawm) consiste nell'astenersi dal bere, mangiare, avere rapporti sessuali (anche tra coniugi), fumare, dall'alba al tramonto. Durante il digiuno è importantissimo cercare di comportarsi al meglio: oltre ad astenersi dal cibo si dovrebbe cercare di fare la preghiera in orario, non spettegolare, insomma avere un buon comportamento. Un musulmano dovrebbe comportarsi così tutto l'anno ma durante i giorni di digiuno è molto più importante.
     Chi è impossibilitato a digiunare, per via di una malattia o perché in viaggio, può astenersene salvo poi recuperare i giorni persi appena possibile. Anche per le donne incinte o in allattamento è permesso non digiunare. I malati cronici che quindi sono impossibilitati a recuperare i giorni perduti, devono dar da mangiare un pasto ad un povero per ogni giorno di Ramadan.

  5. Pellegrinaggio alla Kaaba o Hajj: Il pellegrinaggio è obbligatorio una volta nella vita per ogni musulmano, uomo e donna, in grado di soddisfare delle condizioni e dei requisiti ben precisi, quali l'essere sani di mente, in buona salute, l'avere le risorse economiche e sia garantita la sicurezza nel viaggio. Per risorse finanziarie si intende essere in grado non solo di pagare il viaggio e la permanenza nei luoghi sacri, ma anche di sostenere adeguatamente la propria famiglia durante l'assenza:

     Là sono i segni evidenti , dove stette Abramo; e chiunque vi entra è sicuro. Incombe agli esseri umani compiere per Dio il pellegrinaggio alla Casa, per colui che è in grado di compierlo. E chiunque non crede, ebbene: Dio può fare a meno dei mondi.
    La Famiglia di Îmrân, 97

    L'obbligo del Pellegrinaggio cade se non sono soddisfatte tali condizioni. Il Pellegrinaggio, in arabo al-Hajj, significa "lasciare la propria dimora per uno scopo specifico". In questo caso, "lo scopo specifico" si riferisce al Pellegrinaggio alla Mecca, nel periodo per il Hajj, ossia i giorni che vanno dall'8 al 13 di Dhul hijjah (il mese del pellegrinaggio, il dodicesimo mese del calendario islamico).
    Al-Hajj rappresenta una manifestazione di adorazione nella sua forma più elevata, nello spirito di sottomissione totale a Dio. Il Profeta ha detto:

    "Coloro che compiono il Hajj o la ‘Umrah sono delle genti venute a rendere visita a Dio (cioè, sono venute con l’unica intenzione di pregare Dio). Se essi L’implorano, Egli risponderà loro. Se essi Gli chiedono misericordia, Egli perdonerà loro."

    Il Pellegrinaggio unisce musulmani da tutto il mondo che accorrono e compiono i riti insieme, allo scopo di glorificare Dio. Il Pellegrinaggio insegna che tutti gli uomini sono uguali davanti a Dio indipendentemente da ciò che gli distingue come l'età, il sesso, il colore della pelle, la lingua o lo stato sociale.

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